La guida per crescere
il Fagiolino

In Italia possiamo vantare una produzione di fagiolini destinata al mercato fresco e alla lavorazione industriale di circa 20.000 ha in totale (ISTAT 2009), coltivati su tutto il territorio nazionale ma principalmente nel centro-nord Italia.

I nostri consigli per crescere al meglio il fagiolino
(Phaseolus vulgaris L.)

  • Il fagiolo comune, originario dell’America meridionale, è diffuso soprattutto in Asia e nel bacino del Mediterraneo. In Europa il maggiore produttore è la Spagna, seguita da Portogallo, Italia e Grecia.

  • Il fagiolino è sensibile a tutte le carenze nutritive e/o idriche nel momento della fioritura.

  • Il valore ottimale si trova tra pH 6,2 e 7,4.

  • Risulta sensibile anche all'eccesso di boro ed al cloruro di sodio, oltre che alla salinità.

  • Il fagiolino è sensibile alle carenze in rame, in molibdeno, ed in manganese. È molto sensibile alle carenze in zinco.

  • Si adatta bene anche a terreni a bassa fertilità.

  • Ha un ciclo breve: pertanto, data la velocità degli assorbimenti, è importante che vi sia un'adeguata dotazione di elementi nutritivi nel suolo.

Impianto di fertirrigazione su fagiolino
Coltivazione in vaso

Classificazione

Famiglia Fabaceae
Genere Phaseolus
Specie Phaseolus vulgaris L.

 

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, e un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione.

Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.

 

Varietà

Da un punto di vista orticolo, le cultivar di fagiolino vengono distinte in base all’utilizzazione, in “mangiatutto” o da “sgranare fresco” (per distinguerlo dal fagiolo da granella secca) e poi vengono distinte in funzione del portamento delle piante in “nane” o “rampicanti”.

Il fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.) originario dell’America meridionale (Perù, Colombia) è diffuso soprattutto in Asia e nel bacino del Mediterranee.

In Europa il maggiore produttore è la Spagna, seguita da Portogallo, Italia e Grecia.

 

Tecnica colturale

In pieno campo

La coltura del fagiolino, nonostante l’azione dei microrganismi azotofissatori, si avvantaggia di moderate concimazioni azotate, purché queste non portino ad un eccesso di vigore della pianta.

In merito all’azione del fosforo, esso sembra avere un ruolo secondario; invece la pianta reagisce bene alle concimazioni potassiche essendo particolarmente esigente in potassio. L’apporto di sostanza organica ben decomposta è generalmente sufficiente ad evitare o ridurre le carenze in microelementi.

L’irrigazione del fagiolino risulta molto importante, perché una corretta irrigazione incide positivamente sulla produzione e sulla qualità del prodotto finale. Il fabbisogno in acqua varia con la crescita e lo sviluppo della pianta.

La quantità d’acqua distribuita è compresa tra 1.500-3.000 m3/ha. Importante la disponibilità d’acqua quando la pianta è in fiore.

Il sistema d’irrigazione può essere a pioggia (o a scorrimento per i fagioli rampicanti) preferendo in ogni caso la microirrigazione e la fertirrigazione.

In ambiente protetto

Oltre alle considerazioni già fatte per la coltivazione in pieno campo, invece per la coltura in serra, è buona norma applicare i fertilizzanti con la fertirrigazione, impostando un turno d’irrigazione settimanale. I fertilizzanti si possono apportare in soluzione ad una concentrazione di 1,3-1,8 g/L.

L’irrigazione del fagiolino in serra è molto importante perché una corretta somministrazione dell’acqua incide positivamente sulle rese e sulla qualità del prodotto finale. Il fabbisogno d’acqua varia con lo sviluppo della pianta. Si considera un volume d’adacquamento, compreso tra i valori di 2.500-3.500 m3/ha.

Il sistema d’irrigazione può essere a pioggia, ma in serra è preferibile in ogni caso la microirrigazione e la fertirrigazione.

 

Esigenze e fabbisogni nutritivi

Azoto

Per le leguminose, si può considerare la concimazione azotata come qualcosa in più, di sostegno o di compensazione a cattive condizioni pedologiche e/o ambientali e climatiche. Si consiglia in generale degli apporti azotati modesti.

Alcuni autori segnalano che la concimazione con un rapporto N/K elevato, in pratica troppo azoto in rapporto al potassio, favorisce la ruggine del fagiolo. È conveniente lavorare con un rapporto di una parte d’azoto per tre parti di potassio. L’eccesso d’azoto favorisce anche la colatura dei fiori e la botrytis.

Si utilizzano i concimi con le forme azotate prontamente disponibili. Gli apporti d’azoto sono necessari all’inizio della vegetazione (assenza d’attività azoto-fissatrice), e in periodo freddo (assenza di nitrificazione) per permettere alle piante di partire rapidamente.

Una parte si distribuisce appena prima della semina ed il resto in copertura se necessario.
La carenza porta ad una decolorazione giallo pallido del lembo fogliare ed una fioritura ridotta.

Fosforo

Il fosforo si apporta con la concimazione di fondo. Si sceglie comunque un fertilizzante fosfatico facilmente assimilabile, visto la ridotta durata del ciclo vegetativo. In un terreno ben dotato si consigliano circa 40-50 unità di P2O5.

Le carenze in fosforo si manifestano con colorazioni verde scuro del lembo fogliare, un portamento eretto della pianta ed un imbrunimento delle foglie più vecchie, con successiva caduta anticipata.

Potassio

Anche per il potassio, l’apporto principale avviene con la concimazione di fondo. Visto la brevità del ciclo, in particolare per il fagiolino mangiatutto in coltura intensiva, si consiglia anche l’utilizzo di fertilizzanti azoto-potassici solubili in fertirrigazione. I fagioli, come per tutte le leguminose, reagiscono bene alla concimazione potassica.

Le carenze di potassio possono provocare delle colorazioni verde scuro con decolorazioni internervali nelle foglie. Le parti basse delle foglie si arricciano, con successiva necrosi e caduta.
Il fagiolino è una specie molto sensibile al cloro. Si consiglia di evitare l’utilizzo di fertilizzanti sotto forma di cloruri come il cloruro di potassio.

Calcio e Magnesio

Calcio e Magnesio spesso vengono indicati come macroelementi secondari poiché, generalmente, sono presenti nel terreno e nell’acqua di irrigazione in quantità sufficiente a soddisfare le esigenze della coltura, per cui solo raramente è necessario intervenire con delle specifiche somministrazioni per aumentarne la disponibilità.

Le asportazioni di questi elementi, seppure significative come nel caso del Calcio (oltre 100 kg/ha) e del Magnesio (30 kg/ha), sono, infatti, normalmente reintegrati attraverso l’impiego di concimi come il nitrato di calcio ed il solfato di magnesio.

Q&A

  • In pieno campo

    La coltura del fagiolino, nonostante l’azione dei microrganismi azotofissatori, si avvantaggia di moderate concimazioni azotate, purché queste non portino ad un eccesso di vigore della pianta.

    In merito all’azione del fosforo, esso sembra avere un ruolo secondario; invece la pianta reagisce bene alle concimazioni potassiche essendo particolarmente esigente in potassio.

    L’apporto di sostanza organica ben decomposta è generalmente sufficiente ad evitare o ridurre le carenze in microelementi.

    L’irrigazione del fagiolino risulta molto importante, perché una corretta irrigazione incide positivamente sulla produzione e sulla qualità del prodotto finale.

    l fabbisogno in acqua varia con la crescita e lo sviluppo della pianta.
    La quantità d’acqua distribuita è compresa tra 1.500-3.000 m3/ha.

    Importante la disponibilità d’acqua quando la pianta è in fiore.
    Il sistema d’irrigazione può essere a pioggia (o a scorrimento per i fagioli rampicanti) preferendo in ogni caso la microirrigazione e la fertirrigazione.

     

    In ambiente protetto

    Oltre alle considerazioni già fatte per la coltivazione in pieno campo, invece per la coltura in serra, è buona norma applicare i fertilizzanti con la fertirrigazione, impostando un turno d’irrigazione settimanale. I fertilizzanti si possono apportare in soluzione ad una concentrazione di 1,3-1,8 gr/lt.

    L’irrigazione del fagiolino in serra è molto importante perché una corretta somministrazione dell’acqua incide positivamente sulle rese e sulla qualità del prodotto finale. Il fabbisogno d’acqua varia con lo sviluppo della pianta. Si considera un volume d’adacquamento, compreso tra i valori di 2.500-3.500 m3/ha.

    Il sistema d’irrigazione può essere a pioggia, ma in serra è preferibile in ogni caso la microirrigazione e la fertirrigazione.

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