Guida ai concimi azotati nella produzione di piante ornamentali

Per rendere l’azoto disponibile per le piante, serve comprendere il suo ciclo (ammonificazione, nitrificazione, assimilazione) e le varie forme

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“Cosa sono i concimi azotati?” “Che differenza c’è tra nitrato amminco e urea?” “I concimi azotati a cessione controllata sono uguali a quelli a lenta cessione?” “Qual è il concime più ricco in azoto?” “Come aggiungere e apportare azoto alle piante?” Chiunque si occupi di nutrizione vegetale si è sentito porre queste domande almeno una volta.

In questo articolo illustriamo come somministrare l’azoto per produrre piante di eccellente qualità: il ciclo dell’azoto, le tre forme dell’azoto, i concimi azotati, le tecnologie di cessione dell’azoto. Mentre nella guida all’azoto per piante ornamentali che trovi a questo link  parliamo di cos’è l’azoto, a cosa serve, i benefici, i sintomi da carenza o da eccesso.

 

Il ciclo dell’azoto

Prima di parlare di azoto come concime per piante, è bene capire il ciclo dell’azoto e le differenze tra le tre forme di azoto. Diventerà poi più chiaro perchè ICL sostiene l’assoluto primato dell’azoto avvolto.

Si chiama “ciclo dell’azoto” il processo con cui il minerale si muove attraverso gli organismi viventi. Gli stadi del ciclo sono tre:​ ammonificazione, nitrificazione, assimilazione

  1. Il processo di ammonificazione riguarda la degradazione dell’azoto organico da parte di batteri ammonizzanti e di funghi che  portano  alla formazione di ammoniaca oltre che di anidride carbonica e sviluppa  energia. Prima tappa del processo è l’idrolisi delle proteine ad amminoacidi, che avviene ad opera di enzimi secreti da batteri e funghi. I microrganismi usano gli amminoacidi per formare le proprie proteine e liberano azoto in eccesso sotto forma di Ammoniaca (NH3)  da cui si sviluppa ione ammonio ( NH4+)
  2. La nitrificazione che segue è un processo di ossidazione, strettamente aerobico, attuato da due gruppi di batteri nitrificanti presenti nel suolo. Un primo gruppo ossida l’ammoniaca a nitrito NO2–  l’altro gruppo ossida il nitrito NO2– a nitrato NO3– . Anche se le piante possono utilizzare direttamente lo ione ammonio, il nitrato è la forma in cui la maggior parte dell’azoto passa dal suolo alle radici. I nitrati possono- essere perduti in seguito alle attività di alcuni batteri che vivono nel terreno che in assenza di ossigeno scindono i nitrati liberando l’azoto che torna all’atmosfera, si ha una denitrificazione
  3. Nel processo di assimilazione i nitrati che vengono assimilati all’interno delle cellule vegetali verranno poi  ritrasformati  in ione ammonio consumando energia. Gli ioni ammonio vengono poi trasferiti a composti contenenti carbonio per produrre amminoacidi e altri composti organici azotati necessari alla pianta.

 

Le tre forme dell’azoto: nitrico, ammoniacale e ureico

Le forme di azoto hanno implicazioni per le produzioni florovivaistiche. È fondamentale scegliere la forma di azoto più adatta, valutando sia il tipo di pianta che le condizioni del suolo o del substrato:

  • l’azoto in forma di azoto nitrico (NO3-) è facilmente assorbibile dalle radici, offre una disponibilità immediata
  • l’azoto ammoniacale (NH4+) invece richiede una trasformazione a opera dei microrganismi, serve un po’ più di tempo perchè venga reso facilmente assimilabile. La pianta può di fatto assorbirlo tal quale ma preferibilmente è la forma nitrica ad essere assorbita (dipende anche dalla pianta presa in considerazione)
  • l’azoto ureico ha un rilascio più graduale nel tempo perchè la trasformazione dell’urea è più lenta. La forma ureica si renda disponibile nell’arco di 3-5 giorni. L’azoto ureico si distingue perché è assimilabile anche per via fogliare.

I tempi di trasformazione delle forme azotate sono condizionati da fattori come temperatura, caratteristiche del substrato, ecc.

Va anche ricordato che anche le stesse forme azotate (nitrica e ammoniacale) hanno influenza diretta sul substrato di coltivazione:

  • la forma nitrica fa inalzare il pH quando il catione NO3– viene assimilato e si ha la liberazione dell’idrogenione OH-
  • se le radici assimilano la forma ammoniacale, invece, si libera un idrogenione H+ che fa diminuire il pH.

[In realtà esiste anche una quarta forma azotata, pericolosa per la pianta: durante il processo di ossidazione da forma ammoniacale a forma nitrica – in caso soprattutto di basse temperature- il processo potrebbe arrestarsi alla forma nitrosa, non idonea alla produzione florovivaistica.]

 

L’importanza di apportare alle piante azoto con tecnologia di rilascio

Vista l’intrinseca caratteristica di lisciviabilità dell’azoto, da lungo tempo la ricerca ha studiato soluzioni per garantire che l’azoto resti disponibile per un lungo arco di tempo e non venga ceduto solo in modo immediato. Infatti, se non si hanno concimi con tecnologie nutritive adeguate, gli apporti di azoto vanno frazionati. Questo incide sia sui costi aziendali che sulla complessità organizzativa come pure i rischi di inadeguati apporti. Ne parliamo nel paragrafo dedicato ai concimi a base di azoto.

Il nostro team di tecnici è a disposizione. Nel caso di dubbi sull’applicazione dell’azoto chiedi ai nostri esperti compilando questo modulo.

 

L’azoto e la concimazione delle piante ornamentali

Il problema della perdita di azoto per lisciviazione è stato risolto con i concimi a lenta cessione oppure con i concimi a cessione controllata. Vediamo la differenza tra concimi a lenta cessione e concimi a cessione controllata:

  • concimi a lenta cessione: sono dei composti che liberano azoto per azione  di microrganismi o per idrolisi. Un esempio sono i concimi contenenti  catene di metilurea come  Osmoform, queste catene  vengono attaccate dai microrganismi rendendo disponibili i gruppi metilici. Questi concimi hanno una cessione che arriva a 8-10 settimane, trovano impiego sia in agricoltura che nel tappeto erboso e nel florovivaism. Esistono diversi titoli, ed anche un prodotto con  solo azoto.
  • concimi a cessione controllata: sono caratterizzati da una membrana che avvolge un granulo che può contenere tutti gli elementi delle nutrizione vegetale, oppure anche con solo azoto. Si differenziano per titolo, modalita di cessione e durata, oltre che per l’avvolgimento. Nel caso dei diversi tipi di Osmocote, le durate possono variare dai 2 ai 16-18 mesi. Nel caso di Osmocote, nelle sue diverse declinazioni, l’impiego è ben diffuso nel florovivaismo.

Oltre ai concimi avvolti o lenta cessione, tutti gli idrosolubili ICL contengono una quantità di azoto adeguata e nelle forme più opportune (nitrica, ammoniacale, ureica) tra cui scegliere in funzione delle necessità colturali. Nella gamma degli idrosolubili Peters ed Universol , ci sono prodotti che presentano titoli molto altiin azoto come il Peters 27-15-12 + micro oppure Universol 23-6-10 +micro

Un idrosolubile utilizzato come possibile integrazione nei piani di concimazione, soprattutto con colture molto esigenti in calcio, è il nitrato di calcio (15,5% N-NO3 e 26,5% CaO) Ha un effetto prontissimo e viene rapidamente assorbito dalla pianta, ma altrettanto rapidamente può essere lisciviato, nell’utilizzo in floricoltura bisogna stare attenti ad evitarne la precipitazione in caso di miscela con altri concimi.

 

Concimi a base di azoto per piante ornamentali: raccomandazioni

Prima di apportare azoto e, in generale, qualsiasi elemento nutritivo, è utile eseguire un’analisi del substrato, o una analisi fogliare, perchè sia eccessi che carenze non favoriscono la salute e la crescita delle colture.

Se le piante presentano una carenza di azoto  raccomandiamo  i concimi idrosolubili NPK + microelementi Peters Professional ad esempio Peters Professional Allrounder 20-20-20+micro che, non solo risponde  alle esigenze nutrizionali della pianta, ma contengono anche l’esclusiva formula M77 che promuove la crescita e assicura che le piante recuperino rapidamente la normale curva di sviluppo.

Se invece si vuole prevenire una possibile carenza di azoto, ICL raccomanda l’utilizzo di un concime a cessione controllata da mescolare preventivamente al substrato. Tutti i tipi di Osmocote contengono azoto. Tra le differente formulazioni con differenti per modalità di rilascio, analisi, granulometria, si trova anche Osmocote N, studiato specificamente per l’apporto di azoto in situazioni dove ci sia una richiesta extra di questo elemento.

In generale, per evitare che si verifichino sintomi di carenza, suggeriamo di contattare il referente tecnico ICL di zona che, con il supporto del software AngelaWeb3.0, formulerà la soluzione specifica per le tue condizioni di coltivazione, combinando concimi a cessione controllata (CRF, controlled Release Fertilizers) e concimi idrosolubili (WSF, Water Soluble Fertilizers) proponendo l’abbinamento di Osmocote 5 + Peters Universol.

 

Ha senso chiedere quali piante vogliono concime ricco di azoto?  

La risposta è no, perchè l’azoto è il costituente base delle piante, tutte ne hanno assoluto bisogno. Al massimo si possono mettre in relazione le varie piante e definire quale tra le due richiede più azoto. Ad esempio la begonia necessia più azoto della viola o il ciclamino meno del crisantemo. Oppure si possono indicare specie che in generale hanno bisogno di poco azoto, come alcune erbacee perenni ma non si può di certo fare un elenco di quelle che lo necessitano di più.
Più che dalla specie di pianta, il fabbisogno di azoto dipende dalla fase colturale in cui si trova la pianta: durante la fase vegetativa in cui, appunto, la pianta sta “mettendo su vegetazione”, l’azoto è più necessario che in altre fasi.

 

Conclusioni

L’azoto è un elemento nutritivo così importante nelle produzioni florovivaistiche di piante ornamentali che vi abbiamo dedicato 3 articoli: questo, sui concimi azotati, uno specifico per la carenza di azoto e una guida all’azoto per le produzioni florovivaistiche. Trovi i link appena qui sotto: leggili tutti! Oppure a piè pagina clicca sul banner azzurro per richiedere la consulenza personalizzata di un esperto ICL

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