Coltivare l'Asparago
Consigli sulla nutrizione
La guida completa per crescere al meglio l'asparago, una pianta erbacea perenne nota per la sua antica storia culinaria.
I nostri consigli per coltivare al meglio l'Asparago(Asparagus officinalis L.)
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Pare che l’asparago abbia avuto origine in Mesopotamia. Si dice che fosse coltivato anche nell'antico Egitto e che fosse considerato una prelibatezza dagli antichi romani.
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L’asparago è una coltura sensibile alla mancanza d’ossigeno, perciò non tollera i terreni pesanti ed asfittici, nei quali sarà necessario intervenire con ammendanti.
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Preferisce terreni sabbiosi ed un pH tra 6,0 e 7,5 ed è tollerante alla salinità.
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L'asparago è una pianta perenne le cui esigenze idriche dipendono da diversi fattori, tra cui la fase di crescita della pianta, le condizioni climatiche e il tipo di terreno.
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Durante la fase di germinazione e crescita delle radici, l'asparago necessita di un'umidità costante nel terreno ma non deve essere troppo bagnato, per evitare il marciume radicale.
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L’asparago è una pianta caratterizzata da meccanismi fisiologici particolari, poiché le radici svolgono allo stesso tempo il ruolo d’assorbimento dei nutrienti e di organi di riserva.
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I turioni degli asparagi iniziano ad accrescersi e a svilupparsi alla fine dell’inverno, quando la temperatura è in aumento, a partire da 10°C circa, perché in queste condizioni comincia ad esserci una forte migrazione di sostanze nutritive che vanno dalle radici alle gemme.
Classificazione
Famiglia | Liliaceae |
Genere | Asparagus |
Specie | Asparagus officinalis L. |
Caratteristiche botaniche
L’asparago, appartenente alla famiglia delle Liliaceae e al genere Asparagus, include oltre 240 specie, tra cui la famosa Asparagus officinalis L.
Le radici dell’asparago si dividono in due tipi distinti:
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- Le radici principali, disposte radialmente sulla “corona”, sono carnose, cilindriche e prive di ramificazioni, con un accrescimento continuo. Queste radici possono raggiungere notevoli profondità e fungono da serbatoio di sostanze nutritive. Tagliando una radice principale, essa non si ramifica più e, per la sua difficoltà a cicatrizzarsi, tende a degradarsi.
- Le radici secondarie, più sottili e fibrose, si trovano lungo le radici principali, soprattutto nella parte terminale, e hanno il compito di assorbire nutrienti.
L’asparago è una pianta dioica, con l’impollinazione che avviene grazie agli insetti. In alcuni casi, le piante maschili possono produrre fiori ermafroditi in grado di fruttificare. I fiori, di colore giallo-verdastro, sono solitari e di piccole dimensioni e si trovano all’ascella delle foglie. Dalla fecondazione dei fiori si formano delle bacche rossastre contenenti da 3 a 6 piccoli semi neri e duri.
La pianta maschile solitamente è più vigorosa, precoce e produttiva rispetto a quella femminile, ma produce turioni più sottili.
I turioni, che sono i germogli carnosi dell’asparago, possono presentare diverse dimensioni. La crescita e lo sviluppo dei turioni iniziano verso la fine dell’inverno, quando la temperatura aumenta, attorno ai 10°C. In queste condizioni, si verifica una migrazione significativa di sostanze nutritive dalle radici alle gemme (cioè ai turioni). Quando emergono dal terreno, i turioni sono bianchi e tozzi, con un’apice tondeggiante. Man mano che crescono, diventano sempre più rosati fino a virare al violaceo e infine al verde, a causa del processo di fotosintesi.
Tecnica colturale
L’asparago, pur prelevando quantità modeste di nutrienti dal terreno, beneficia di riserve accumulate superiori a quelle asportate: infatti, la produttività è direttamente correlata alla quantità di riserve accumulate. Le principali necessità nutritive riguardano l’azoto e il potassio.
Essendo una coltura perenne, sia le concimazioni iniziali che quelle annuali rivestono grande importanza. Per la fertilizzazione all’impianto, è consigliata una generosa applicazione di concime organico, con l’incorporazione di letame (80-100 tonnellate per ettaro) e/o stallatico pellettato, oltre a circa 150-200 kg per ettaro di fosforo e 100-150 kg per ettaro di potassio.
La concimazione annuale dovrebbe essere divisa in due parti: metà prima della ripresa vegetativa e metà al termine della raccolta degli asparagi, con dosaggi differenziati in base allo sviluppo delle piante.
La produzione di turioni può variare notevolmente, da 3 a 10 tonnellate per ettaro in campo aperto, a seconda di diversi fattori come la varietà, il tipo di turione e la tecnica colturale utilizzata. In coltivazioni protette, è possibile superare le 10-15 tonnellate per ettaro.
Ruolo dei nutrienti
Azoto
l’asparago non richiede elevate quantità di azoto e che, al di là di una certa soglia, un eccesso può risultare dannoso. Per le concimazioni successive all’impianto, si preferisce utilizzare fertilizzanti minerali anziché organici come il letame, poiché questi ultimi possono favorire problemi fitosanitari alle radici.
I concimi azotati a rapido o medio rilascio, come nitrici e ammoniacali, devono essere applicati esclusivamente durante la fase vegetativa della pianta, che va dalla fine della raccolta fino a settembre. Questa scelta mirata nella temporizzazione e nel tipo di concime contribuisce a ottimizzare l’assorbimento di azoto da parte delle piante di asparago, evitando eccessi che potrebbero compromettere la salute della coltura.
Fosforo
Il ruolo del fosforo nell’asparago non è del tutto chiaro, ma sembra influenzare la qualità dei turioni riducendo la fibrosità. Durante l’impianto, si consiglia di apportare circa 100 unità di fosforo sotto forma di perfosfato. Per la concimazione annuale, invece, si raccomanda di apportare 40-50 unità di fosforo sotto forma di fertilizzanti fosfatici, come fosfato biammonico o fosfato monoammonico, oppure utilizzare acido fosforico. Queste ultime due forme sono particolarmente adatte per gli apporti in fertirrigazione, contribuendo così a fornire ai turioni di asparago le quantità necessarie di fosforo per migliorare la loro qualità.
Potassio
La scelta della forma di potassio da utilizzare è oggetto di dibattito poiché sembra poter influenzare il gusto amaro dei turioni di asparago. Per le concimazioni di fondo all’impianto, sia il cloruro di potassio che il solfato di potassio possono essere scelte valide tra i fertilizzanti potassici. Negli anni successivi, durante la coltivazione, è possibile utilizzare il nitrato di potassio, principalmente per il suo contenuto di azoto, soprattutto se si opta per la fertirrigazione. Questa selezione mirata delle fonti di potassio può contribuire a mantenere il gusto e la qualità dei turioni di asparago.
Il consiglio dell’esperto
Dopo la raccolta, soprattutto dalla fine della primavera in avanti, i fabbisogni nutritivi dell’asparago diventano particolarmente significativi per consentire alla pianta di accumulare le sostanze di riserva nelle radici, fondamentali per la produzione successiva.
Durante il periodo di raccolta, le radici forniscono autonomamente le riserve necessarie per la produzione dei turioni, grazie alle sostanze accumulate nell’anno precedente. Durante questo periodo, la pianta utilizza una quantità considerevole di zuccheri, fondamentali per la formazione dei turioni, nonché di potassio e fosforo, che si ritrovano poi nei turioni stessi.
In pieno campo
In pieno campo, non è sempre necessario fornire irrigazioni o fertirrigazioni durante la produzione, ma diventa invece cruciale apportare elementi nutritivi dopo la raccolta. Anche se la produzione avviene in primavera, periodo in cui di solito si registra una buona pioggia, l’asparago richiede un apporto idrico limitato grazie al robusto sistema radicale. Tuttavia, la crescita e lo sviluppo vegetativo si completano durante l’estate, quando le precipitazioni sono scarse o assenti.
In serra
Nelle coltivazioni in serra, sempre più diffuse negli ultimi anni, la produzione avviene in inverno o fine inverno. Qui diventa essenziale l’uso della microirrigazione localizzata che consente la fertirrigazione. La fertilizzazione in serra richiede un notevole apporto annuale di elementi nutritivi, frazionati settimanalmente dalla fine della raccolta fino all’estate. Questi valori sono significativamente più alti rispetto alla produzione all’aperto, ma è importante considerare che la densità di impianto è doppia rispetto al campo aperto.
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione, soprattutto in fuori suolo.
Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.
Q&A
Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!
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Ecco alcune curiosità divertenti e interessanti sull’asparago:
- Velocità di crescita: L’asparago è noto per la sua rapida crescita durante la stagione di crescita attiva. Alcune varietà possono crescere fino a diversi centimetri al giorno in condizioni ottimali.
- Asparagi selvatici: Prima che l’asparago diventasse una coltura comune, veniva raccolto in natura da molte culture. Ancora oggi, in alcune regioni, è possibile trovare asparagi selvatici cresciuti spontaneamente lungo i bordi delle strade o nei campi.
- Varietà di colori: Sebbene l’asparago verde sia il più comune, esistono anche varietà di colore bianco e viola. L’asparago bianco è ottenuto dalla coltivazione in assenza di luce solare, mentre l’asparago viola è dovuto a varietà genetiche specifiche.
- Simbolo di fertilità: In molte culture antiche, l’asparago era considerato un simbolo di fertilità e di abbondanza. Questo perché la pianta ha una capacità rigenerativa notevole e può continuare a produrre turioni per molti anni dopo essere stata piantata.
- Storia culinaria: L’asparago è stato apprezzato come alimento prelibato fin dall’antichità. Gli antichi romani, ad esempio, amavano consumare asparagi freschi o in scatola e lo consideravano una prelibatezza. In molte cucine del mondo, l’asparago è un ingrediente versatile che viene utilizzato in una varietà di piatti, dai primi piatti ai contorni e persino come ingrediente principale in alcune ricette.
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L’asparago è coltivato su scala mondiale in diverse regioni, con una produzione concentrata principalmente in Europa, Nord America, Asia e Oceania. Le principali nazioni produttrici di asparagi includono Cina, Perù, Messico, Germania, Thailandia, Stati Uniti, Spagna e Paesi Bassi.
In Italia, l’asparago è una coltura significativa, con produzioni diffuse in varie regioni, tra cui Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Lombardia. Tra queste, il Veneto è una delle regioni italiane più importanti per la produzione di asparagi, con un’ampia diffusione della coltivazione soprattutto nelle province di Verona, Vicenza e Padova.
La coltivazione dell’asparago in Italia ha una lunga tradizione e la qualità dei suoi asparagi è riconosciuta e apprezzata sia sul mercato nazionale che internazionale. La produzione avviene sia in campo aperto che in serra, con varietà tradizionali e anche con varietà più innovative e specializzate.