La concimazione del carciofo

Cerchi una guida completa alla concimazione del carciofo? Qui troverai i consigli ICL e il piano di concimazione.

Giugno 19, 2024
2 min
Andrea Ghirotti | Agronomo ICL Italia Agricoltura

Il carciofo (Cynara cardunculus var. Scolymus) è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee ed ha origini nel bacino del Mediterraneo. Più della metà della produzione mondiale avviene in Europa, di cui un terzo in Italia, che si posiziona come primo produttore europeo, seguito da Spagna ed Egitto.

Le regioni italiane più vocate sono Sicilia (circa 14.000 ha), Puglia (circa 18.000 ha) e Sardegna (circa 12.000 ha), con molteplici varietà coltivate, tra cui autunnali (prevalentemente per le regioni meridionali) e primaverili (per il centro-nord). Vi sono inoltre varietà spinose e varietà inermi, con finalità d’uso differenti.

 

Asportazioni colturali

Il carciofo ha asportazioni NPK in rapporto medio di 2,5-1-3,5. Seppure la pianta risulti abbastanza rustica, per una buona produzione di capolini richiede ingenti quantità di elementi nutritivi.

  • Elevate asportazioni di fosforo: nelle fasi di sviluppo post-trapianto e durante la formazione dei capolini, i picchi di assorbimento di azoto e potassio coincidono con la differenziazione dell’apice caulinare e nella fase di maggior produzione dei capolini stessi.
  • Utilizzo del sodio al posto del potassio: nei terreni con elevata salinità (sud Italia), non è raro che le asportazioni di sodio raggiungano i 150 kg/ha all’anno.
  • Importanza del boro: in caso di carenza si possono verificare imbrunimenti della parte centrale dello stelo in prossimità del capolino.

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