Coltivare l'Orzo
Consigli sulla nutrizione

L'orzo viene coltivato sia per la produzione di granella che come pianta da foraggio. In aree con condizioni climatiche non ideali per il frumento, l’orzo rappresenta un'importante fonte di carboidrati e proteine per l'alimentazione umana.

I nostri consigli per coltivare al meglio l'Orzo (Hordeum vulgare L.)

  • È una delle colture più antiche conosciute dall'uomo, con origini che risalgono al 7° millennio a.C. nel Medio Oriente, da dove si è diffuso in tutto il mondo.

  • Prospera in terreni magri, sciolti e ben drenati, e può tollerare condizioni di salinità del terreno meglio del frumento. Tuttavia, resiste meno al freddo rispetto al frumento.

  • È il cereale che viene coltivato in modo preponderante nelle oasi dei deserti africani e medio-orientali, grazie alla sua maggiore tolleranza alla salinità dell'acqua e del terreno.

  • In ambienti con scarse risorse idriche, è preferito al frumento grazie alla sua capacità di tollerare alti livelli di temperatura e al suo minore fabbisogno idrico.

  • La semina autunnale consente all'orzo di maturare prima, ottimizzando l'uso limitato dell'acqua disponibile e rendendolo una scelta dominante nelle zone semiaride.

  • Si distingue per la sua maggiore adattabilità a condizioni ambientali marginali.

  • La sua precocità e il breve ciclo biologico gli permettono di essere coltivato anche in aree molto fredde, fino al circolo polare artico, dove è l'unico cereale capace di maturare in brevi estati dopo una semina tardiva.

Chicchi d'orzo
Spiga d'orzo

Classificazione

Famiglia Poaceae
Genere Hordeum
Specie Hordeum vulgare L.

 

Caratteristiche botaniche

L’orzo coltivato appartiene alla specie Hordeum vulgare e viene classificato in base al numero di file di granelli presenti sulla spiga. L’infiorescenza è costituita da una spiga con un rachide composto da 20-30 articoli, su cui sono disposte tre spighette uniflore per ogni nodo: una centrale e due laterali.

  • Orzi distici (Hordeum vulgare distichon): quando solo la spighetta centrale è fertile e le due laterali sono sterili, la spiga ha una forma appiattita e presenta due file di granelli.
  • Orzi polistici o esastici (Hordeum vulgare exastichon): se tutte e tre le spighette di ogni nodo sono fertili, si formano sei file di granelli. Questi si dividono ulteriormente in:
  • Esastici regolari (H. vulgare exastichon aequale): le cariossidi sono disposte in modo regolare a raggiera.
  • Tetrastici (H. vulgare exastichon inaequale): le cariossidi laterali sono così divaricate che sembrano disposte su quattro file, conferendo una sezione quadrangolare alla spiga.

L’orzo, come il frumento, è una pianta strettamente autogama. Un elemento distintivo delle piante d’orzo in fase erbacea sono le foglie con auricole glabre e molto sviluppate, che si sovrappongono attorno allo stelo. Le spighe d’orzo sono generalmente vestite, con le glumelle strettamente aderenti alla cariosside. Le glumelle inferiori sono spesso caratterizzate da lunghe reste.

Esistono forme di orzo nudo, sebbene poco diffuse, utilizzate principalmente come surrogato del caffè. A maturità, alcune cultivar presentano spighe pendule, mentre altre mantengono un portamento eretto.

 

Tecnica colturale

La coltivazione dell’orzo segue tecniche simili a quelle del frumento, con l’aggiunta di alcune specifiche adattamenti. Ecco una panoramica dettagliata:

Avvicendamento

Essendo l’orzo più resistente al mal del piede rispetto al frumento, è spesso utilizzato come alternativa nel ringrano, soprattutto in terreni dove il frumento potrebbe essere più vulnerabile.

Semina

L’orzo, meno resistente al freddo rispetto al frumento, richiede attenzione nella scelta del periodo di semina:

  • Italia Settentrionale: La semina autunnale è possibile solo con varietà resistenti al freddo. In caso contrario, è preferibile posticipare la semina alla primavera (marzo).
  • Italia Centrale e Meridionale: La semina autunnale è comune, mentre quella primaverile è rara e considerata una soluzione di emergenza. La semina deve essere effettuata utilizzando la stessa tecnica del frumento.

Concia della semente

È fondamentale trattare la semente con anticrittogamici per prevenire malattie come l’elimintosporiosi. La carbossina è particolarmente efficace per questo scopo.

Concimazione

Nonostante la rusticità dell’orzo, è importante seguire pratiche di concimazione razionali:

  • Fosforo e Potassio: Le dosi e le tecniche sono simili a quelle del frumento.
  • Azoto: l’orzo ha bisogno di meno azoto rispetto al frumento, con una stima di circa 2 kg di azoto per ogni 100 kg di granella prodotta. Per varietà a taglia bassa, le dosi usuali sono di 80-100 kg di azoto per ettaro. Per gli orzi destinati alla zootecnia, la concimazione segue le linee guida del frumento. Per gli orzi da birra, si deve evitare l’ultima azotatura alla levata, applicando tutto l’azoto all’accestimento per prevenire un eccessivo contenuto di azoto nelle cariossidi durante la fase di granigione.

 

Requisiti nutrizionali

L’azoto è un elemento essenziale per ottenere rese soddisfacenti nei cereali, e l’orzo non fa eccezione. La quantità necessaria varia in base alla produzione di granella, all’area di coltivazione, alla tecnica utilizzata e alla varietà scelta.

Rispetto al frumento, l’orzo ha caratteristiche che lo rendono più adattabile a condizioni ambientali difficili. Grazie al suo ciclo biologico più breve, può essere coltivato vicino al circolo polare artico, dove è l’unico cereale capace di maturare nelle brevi estati dopo la semina invernale. Inoltre, l’orzo si distingue in aree aride, dove la sua precocità, il minor consumo idrico e la tolleranza al caldo lo rendono più adatto rispetto al frumento.

Nelle semine autunnali, l’orzo riesce a maturare rapidamente, sfruttando al meglio l’acqua disponibile e sfuggendo alla siccità, il che lo rende il cereale dominante nelle zone semiaride del Medio Oriente e del Nord Africa.

Le rese sono in crescita: 5-6 tonnellate per ettaro non sono più un risultato eccezionale come lo erano in passato, grazie all’introduzione di varietà più resistenti all’allettamento e all’adozione di tecniche di coltivazione più avanzate.

 

Ruolo dei nutrienti

Azoto (N)

L’azoto influenza direttamente la resa e la qualità del raccolto, favorisce la crescita e la vigoria della pianta.

Nel suolo, l’azoto è presente principalmente in forma organica e, in misura minore, in forma ammoniacale. La parte organica deriva da composti di origine animale e vegetale, come i residui colturali, e rappresenta una componente importante della sostanza organica del terreno.

Le quantità di azoto da somministrare variano (70-110 kg/ha) a seconda della fertilità naturale del terreno, detta “forza vecchia”. È fondamentale considerare se la paglia venga rimossa o interrata, poiché questo influisce sulla dose necessaria.

La distribuzione dell’azoto deve essere frazionata nel tempo:

  • 15-20% in pre-accestimento (tra metà dicembre e gennaio),
  • 35-40% a febbraio per favorire la crescita,
  • 45-50% a marzo durante la fase di levata.

Per l’orzo destinato alla produzione di malto, è importante ridurre l’azotatura finale, limitando l’apporto complessivo (40-60 kg/ha) in modo da mantenere basso il contenuto proteico nella granella, essenziale per una qualità ottimale del malto.

Fosforo (P)

Il fosforo migliora la resistenza della pianta all’allettamento e la protegge da alcune avversità biotiche. Anche se presente nel terreno in forme organiche e inorganiche, solo una piccola parte è effettivamente disponibile per la pianta, che può assorbire solo i fosfati inorganici solubili.

Il fosforo svolge funzioni insostituibili, essendo un componente essenziale delle lecitine e delle nucleoproteine, fondamentali per la qualità della cariosside. Le quantità di fosforo da apportare, misurate come P₂O₅, variano (60-100 kg/ha) a seconda della resa attesa.

Essendo un elemento non lisciviabile, il fosforo viene applicato principalmente durante la semina. Un’aggiunta a fine inverno è consigliabile solo su terreni particolarmente poveri di questo nutriente.

Nel suolo, il fosforo organico si trova nella sostanza organica e nell’humus, ma per essere assimilato dalle piante deve prima essere trasformato in fosfati attraverso la mineralizzazione. Tuttavia, la maggior parte del fosforo inorganico presente nel terreno è in forme insolubili e, di conseguenza, poco disponibile per l’assorbimento.

Tra i principali concimi fosfatici troviamo il perfosfato semplice e triplo, il perfosfato concentrato, i fosfati di ammonio e le Scorie Thomas. La carenza di fosforo si manifesta nelle piante con un ritardo nella crescita, una scarsa formazione dei semi e foglie che possono assumere una colorazione antocianica, a partire da quelle più alte.

Potassio (K)

Il potassio è presente nel terreno sotto forma di sali inorganici o adsorbito nel complesso argillo-umico (C.S.C.). I terreni sabbiosi o poveri di argilla e sostanza organica tendono a essere carenti di potassio, mentre in Italia i terreni solitamente dispongono di quantità sufficienti per soddisfare le esigenze dell’orzo.

Le quantità di potassio da somministrare, misurate come K₂O, variano tra 60 e 120 kg/ha. Nella scelta della dose di concime, è importante considerare se la paglia verrà asportata o interrata. Il potassio, come il fosforo, viene applicato principalmente durante la semina poiché non è lisciviabile. Una somministrazione aggiuntiva a fine inverno è consigliata solo per terreni molto poveri di potassio.

Il potassio ha un ruolo chiave nel limitare l’allettamento delle piante e svolge diverse funzioni cruciali: regola il ricambio idrico, partecipa al metabolismo degli zuccheri, favorisce la sintesi proteica e supporta la divisione cellulare.

Tra i concimi più utilizzati troviamo il cloruro di potassio (KCl) e il solfato di potassio (K₂SO₄). Quest’ultimo è preferito per il suo contenuto di zolfo e per il basso livello di cloro, che riduce l’assorbimento dell’azoto.

Calcio (Ca)

Il calcio costituisce una parte fondamentale delle pareti cellulari e influisce direttamente sulla regolazione dei sistemi enzimatici, sull’attività dei fitormoni e sull’assorbimento dei nutrienti. Nell’orzo, il calcio contribuisce a garantire una crescita sana, favorendo un fogliame robusto e un aspetto complessivamente vigoroso.

Le carenze di calcio nell’orzo sono rare, poiché questo nutriente è generalmente presente in quantità sufficienti nel terreno.

Magnesio (Mg)

Il magnesio è il componente principale della clorofilla, responsabile del caratteristico “effetto verde” e fondamentale per il processo fotosintetico. Oltre a migliorare l’efficienza della fotosintesi, il magnesio è essenziale per la sintesi, il trasporto e l’immagazzinamento di carboidrati, proteine e grassi, che costituiscono la struttura della pianta.

Il primo segno di carenza di magnesio è la clorosi, che inizia dall’apice delle foglie, colpendo in particolare quelle più vecchie. Le foglie assumono un colore verde pallido, causato da basse concentrazioni di clorofilla, facilmente riconoscibile osservando la foglia in controluce. Nei casi più gravi, si manifestano anche necrosi a partire dagli apici fogliari, con una crescita rallentata e debole.

Sintomi simili di necrosi possono essere osservati anche in condizioni di siccità, poiché lo stress idrico influisce negativamente sull’assorbimento del magnesio da parte della pianta.

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • La tecnica colturale dell’orzo è molto simile a quella del frumento, soprattutto perché le nuove varietà di orzo hanno raggiunto un potenziale produttivo comparabile. Tuttavia, l’orzo è meno esigente dal punto di vista nutritivo e più resistente al “mal del piede” del frumento, rendendolo particolarmente adatto come sostituto nelle rotazioni colturali con il ringrano.

    Azoto: fabbisogno inferiore rispetto al frumento (ca. 20 kg/t di granella prodotta. Varietà a taglia bassa: 70-110 kg/ha).

    Per l’orzo zootecnico, la tecnica di concimazione è simile a quella del frumento. Tuttavia, per l’orzo destinato alla produzione di birra, è essenziale adottare un approccio diverso: è consigliato evitare la somministrazione di azoto durante la fase di levata, concentrando l’apporto di azoto esclusivamente durante l’accestimento. Questo metodo riduce il rischio di accumulo di azoto nelle cariossidi durante la fase di granigione, evitando un contenuto proteico eccessivo, che sarebbe dannoso per la qualità del malto.

    Fosforo e Potassio, essendo elementi non lisciviabili, vengono adsorbiti dal terreno e rilasciati gradualmente in base alle necessità della pianta. Per questo motivo, è sufficiente integrare eventuali carenze del terreno con concimazioni in presemina.

    Durante i mesi freddi, l’orzo si trova a contare solo sull’azoto nitrico residuo della coltura precedente. La quantità disponibile dipende dal contenuto di sostanza organica del suolo, dal tasso di mineralizzazione e dal residuo di concimazione. Tuttavia, questa quota di azoto può essere in parte lisciviata dalle piogge autunnali e invernali, riducendo ulteriormente la disponibilità di nutrienti.

  • Tra i formulati di riferimento vi è Agromaster® NP 5-18+Ca+S, prodotto con azoto 100% a cessione controllata 2-3 mesi ed elevata concentrazione in fosforo, zolfo e calcio solubili.

    Nel caso in cui dalle analisi del suolo si evidenzino valori di potassio scarsi, si consiglia invece l’impiego di Agromaster® NPK 10-20-5+Ca+Mg+S, formulato col 100% di azoto a cessione controllata 2-3 mesi, elevato contenuto in fosforo solubile, arricchito con Polysulphate®, minerale policationico in grado di apportare potassio, magnesio, calcio e zolfo a rilascio graduale in grado di resistere al dilavamento provocato da eventuali piogge autunnali e invernali.

    Per maggiori informazioni sulla semina autunnale, leggi questo articolo o contatta il nostro agronomo.

  • Quando coltivi l’orzo, ci sono diversi aspetti chiave a cui prestare attenzione per ottimizzare la resa e la qualità del raccolto:

    • Scelta della varietà e periodo di semina

    In base alla tua zona climatica, scegli varietà che siano resistenti al freddo se semini in autunno. Se ti trovi in una zona arida, opta per varietà che tollerano bene la siccità e le alte temperature. In Italia centrale e meridionale, la semina autunnale è preferibile. Al contrario, nelle regioni settentrionali, semina in primavera è spesso più sicura per evitare danni da freddo.

    • Concimazione

    Azoto: L’orzo ha fabbisogni di azoto inferiori rispetto al frumento. Per orzi da birra, evita l’azotatura durante la levata per mantenere basso il contenuto di sostanze azotate nelle cariossidi.

    Fosforo e Potassio: Sono essenziali per la crescita e la resistenza delle piante. Applica questi nutrienti principalmente in presemina, e considera aggiustamenti solo se il terreno è molto carente.

    • Gestione idrica e del terreno

    In terreni secchi, gestisci l’irrigazione per evitare stress idrico e ottimizzare l’uso dell’acqua. Assicurati che il terreno sia ben drenato per prevenire problemi di allettamento e malattie. Se il terreno è salino, l’orzo può tollerarlo meglio di altri cereali, ma è comunque importante monitorare e gestire i livelli di salinità.

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