La guida per crescere
il Pomodoro da industria

Il pomodoro rappresenta una tra le coltivazioni italiane di eccellenza, specialmente nell’area meridionale, territorio in cui trova condizioni pedo-climatiche ideali per il raggiungimento di elevati standard qualitativi.

I nostri consigli per crescere al meglio il pomodoro da industria

  • Il pomodoro è una pianta originaria dell'America sud-occidentale. Solo agli inizi del XIX secolo, iniziò ad essere utilizzato in Italia come ingrediente culinario e ad essere soggetto a processi industriali di trasformazione.

  • Il pomodoro gradisce ambienti a clima piuttosto secco, con terreni a grande capacità di ritenzione idrica o con possibilità di irrigazione.

  • Il pomodoro si adatta a tanti tipi di terreno, purché ben drenati e di buona struttura, con pH tra 5,5 e 8.

  • Con valori di pH superiori a 8, è probabile che vi siano carenze di B, Cu, Fe, Mn, P e Zn. Con un pH del terreno inferiore a 5,5, i pomodori sono soggetti a carenze di P, Mo e Ca.

  • Pianta con elevate esigenze idriche, soprattutto durante l’ingrossamento dei frutti. È mediamente tollerante alla salinità.

  • Ha elevate esigenze termiche: è molto sensibile al gelo e predilige climi temperato-caldi. La temperatura minima è di 12 °C, per la fioritura di 21 °C. Quelle favorevoli all’ingrossamento e maturazione dei frutti sono 24-26 °C di giorno e 14-16 °C di notte. Oltre i 30 °C, vi sono difetti di allegagione o di colorazione e consistenza dei frutti.

 

Classificazione

Famiglia Solananceae
Genere Solanum
Specie Solanum lycopersicum

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione, soprattutto in fuori suolo.

Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.

Caratteristiche botaniche

Il pomodoro da industria è una pianta erbacea annuale a portamento prostrato con un’altezza compresa tra 0,3 e 0,8 cm.

Il suo fusto e le foglie sono ricoperti da peli ghiandolari corti che emettono un odore caratteristico quando vengono strofinati. Le piante cresciute in loco sviluppano radici fittonanti robuste che si ramificano abbondantemente, formando un fitto sistema radicale.

Tuttavia, quando le piante vengono trapiantate, il fitone perde la sua predominanza. La massima profondità di radicamento varia da 0,7 a 1,5 metri.

Le foglie del pomodoro sono grandi e composte da foglioline irregolari con margini più o meno incisi. Il tipo di sviluppo del fusto può essere indeterminato o determinato.
Nel primo caso, il meristema apicale del fusto mantiene la capacità di formare foglie e infiorescenze per tutta la vita della pianta.
Nel secondo caso, la gemma apicale si trasforma in un’infiorescenza e nuovi germogli si sviluppano all’ascella delle foglie precedentemente formate, conferendo alla pianta un portamento cespuglioso e di dimensioni più contenute.

I fiori del pomodoro si formano in racemi all’ascella delle foglie, in numero variabile da 4 a 12. Sono fiori gialli, bisessuati, con ovario supero pluriloculare e pluriovulare. Gli stami sono in numero di 5 o più e circondano il pistillo con le antere a formare un manicotto, il che favorisce prevalentemente l’autofecondazione.

Il frutto del pomodoro è una bacca di forma e dimensioni variabili, che può essere globosa, appiattita, allungata o ombelicata, con superficie liscia o costoluta. Generalmente, il pomodoro diventa rosso quando matura grazie alla presenza di licopene, un pigmento carotinoide. All’interno della polpa contenuta nelle logge delle bacche si trovano numerosi semi discoidali e schiacciati, che diventano duri e di colore giallo-grigiastro quando si asciugano.

Il peduncolo che sostiene il frutto solitamente ha una zona di abscissione che, una volta suberificata, agevola il distacco dei frutti maturi. In alcuni tipi di pomodoro, chiamati “jointless,” questa zona di distacco manca, quindi i frutti rimangono attaccati alla pianta per un periodo prolungato.

La composizione media dei frutti di pomodoro è la seguente: polpa e succo costituiscono circa il 95-96%, la buccia rappresenta circa l’1-2%, mentre i semi costituiscono circa il 2-3% del peso totale del frutto.

Requisiti nutrizionali

Stima dell’assorbimento dei nutrienti (kg/t):

Elemento
nutritivo
Asportazioni medie
(kg/t)
Azoto (N)2,3 - 2,6
Fosforo (P2O5)1 - 1,2
Potassio (K2O)3,8 - 4,1
Calcio (CaO)3,5 - 3,8
Magnesio (MgO)0,4 - 0,6
Zolfo (SO3)1 - 1,2

Ruolo dei nutrienti

Il pomodoro da industria si caratterizza per asportazioni NPK in rapporto 2,5-1-4.
I nutrienti vengono asportati per oltre il 50% del totale in una finestra temporale di circa un mese, a partire da 30-40 giorni dopo il trapianto.

Risulta pertanto fondamentale scegliere il giusto fertilizzante granulare e gestire al meglio gli apporti in fertirrigazione.

La concimazione di fondo con Agromaster consente di ridurre le perdite di azoto durante le prime settimane di sviluppo, in cui le asportazioni sono minime e supporta la pianta successivamente grazie alla cessione controllata 2-3 mesi.

Azoto

L’azoto è un elemento nutritivo che richiede particolare attenzione nella sua gestione. Un eccesso di azoto può portare a una crescita eccessiva della pianta, causando ritardi nella maturazione dei frutti, una maggiore suscettibilità alle malattie fungine e, a seconda del periodo, la formazione di frutti cavi.

Pertanto, è fondamentale dosare con precisione la concimazione azotata, sia attraverso l’uso di fertilizzanti organici che minerali. Questa dosatura deve essere adattata alle condizioni stagionali, poiché la disponibilità e l’assorbimento dell’azoto sono influenzati dalla fase di crescita della pianta. Inoltre, è importante mantenere un equilibrio tra l’azoto, il fosforo e il potassio per evitare problemi derivanti da eccessi di azoto.

La carenza di azoto si manifesta con foglie dall’aspetto verde chiaro e una ridotta crescita della pianta. La combinazione di un eccesso di azoto e una carenza di fosforo e potassio può contribuire a difetti nella colorazione dei frutti.

Fosforo

Il fosforo svolge un ruolo cruciale nella crescita delle radici, nella fioritura, nella fecondazione e nella maturazione della pianta.

Il fosforo è importante per la crescita del pomodoro, anche se è richiesto in quantità relativamente limitate. La sua assimilazione non è molto efficiente, soprattutto nei terreni calcarei.

Le carenze di fosforo si manifestano attraverso sintomi caratteristici, come la comparsa di una colorazione violacea sul fusto e sulla parte inferiore delle foglie delle piante.

Potassio

Il potassio svolge un ruolo significativo nella qualità dei frutti, influenzando il gusto e il colore, nonché nella resistenza alle malattie delle piante.

La carenza di potassio si manifesta attraverso sintomi quali una colorazione più chiara del fogliame, che può successivamente sviluppare macchie decolorate che tendono a necrotizzare. La mancanza di potassio può anche favorire difetti di decolorazione sui frutti.

Tuttavia, è importante notare che un eccesso di potassio può causare carenze di magnesio.

Inoltre, è preferibile utilizzare fertilizzanti esenti da cloro.

Calcio

Il calcio svolge un ruolo cruciale nella struttura delle pareti cellulari, stabilizza le membrane cellulari e regola il bilancio salino nelle cellule vegetali. Inoltre, è essenziale per attivare il potassio, che a sua volta regola l’apertura e la chiusura degli stomi e facilita il movimento dell’acqua all’interno della pianta.

La mancata assimilazione di calcio, spesso causata da una gestione inadeguata dell’irrigazione, può portare a problemi come la necrosi o il marciume apicale (Blossom-end rot).

Poiché il calcio è richiesto durante tutte le fasi di crescita della pianta e il suo trasporto nei frutti è un processo lento, è pratica comune applicare il calcio fin dall’impianto e continuare durante tutta la stagione.

Magnesio

Il magnesio svolge un ruolo essenziale nella produzione di clorofilla e nel processo di fotosintesi poiché è localizzato principalmente nei cloroplasti, costituendo il 20-25% del magnesio totale della pianta.

La quantità di magnesio richiesta varia in base alla produzione e alle pratiche colturali adottate. Una corretta fornitura di magnesio contribuirà a prevenire problemi legati alla consistenza e alla fermezza della polpa dei frutti.

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • Generalmente il trapianto si svolge da metà aprile a fine maggio e il ciclo si conclude in 120 giorni. Comunemente, nella coltura industriale, la distanza tra ogni fila è di 150 cm, per consentire la raccolta meccanizzata, mentre per le file binate occorre distanziare 40 cm tra le bine e 120 cm tra le file.

  • A quale distanza trapiantare le piantine di pomodoro: sulla fila, ossia tra una pianta e l’altra, lasciare 35-40 cm; tra le file lasciare 70-80 cm per il transito.

  • Sono conserve ottenute utilizzando pomodori triturati, setacciati, privati di bucce e semi e parzialmente concentrati.

  • Il pomodoro da industria si caratterizza per asportazioni NPK in rapporto 2,5-1-4. I nutrienti vengono asportati per oltre il 50% del totale in una finestra temporale di circa un mese, a partire da 30-40 giorni dopo il trapianto.

  • Quantitativi adeguati di Calcio nei frutti sono essenziali per la buona qualità finale dei pomodori. La concimazione di copertura con nitrato di Calcio è sicuramente il metodo migliore per innalzare il cotenuto di Calcio e dunque la qualità dei frutti.

  • Il pomodoro è diffuso come coltura ortiva in tutta Italia, ma in pieno campo è coltivato soprattutto in Puglia, Campania, EmiliaRomagna, Calabria e Sicilia.
    A seconda della destinazione del prodotto si ha infatti la coltura per consumo fresco o da mensa e quella da industria per la
    produzione di pelati, concentrati e succhi.

     

    Il pomodoro da mensa

    Il pomodoro da mensa è seminato in semenzaio e si esegue il trapianto in serra o campo delle piantine quando queste hanno raggiunto i 15-20 cm di altezza e portano 3-5 foglie. I pomodori da mensa vengono sostenuti con canne, paletti, fili.

    Per ottenere un accrescimento uniforme della pianta e dei frutti si eseguono alcune operazioni di potatura verde fra le quali le più importanti sono la sarchiatura e la cimatura.
    Con la prima operazione si tolgono i germogli laterali che si sviluppano all’ascella delle foglie, con la seconda si taglia l’apice vegetativo all’altezza voluta.

     

    Il pomodoro da industria

    Per il pomodoro da industria le tecniche colturali sono finalizzate ad una riduzione di manodopera ed a consentire le operazioni meccaniche di raccolta.
    Sono utilizzate varietà a sviluppo determinato che non hanno bisogno di sostegni.

    In pieno campo si preferisce la semina sul posto in file semplici o binate. Per la semina si possono usare seminatrici a righe o di precisione, se si fa uso di seme confettato.
    La semina e il trapianto in pieno campo si eseguono a partire da aprile a maggio. Al momento della semina il terreno deve aver raggiunto i 14 – 15 °C.

     

    La raccolta

    La raccolta del pomodoro varia in base alla sua destinazione d’uso. Il pomodoro da mensa viene raccolto quando è ancora in fase di maturazione, mentre quello destinato all’industria viene raccolto a piena maturazione, quando il frutto ha raggiunto le migliori caratteristiche qualitative.

    Il momento della raccolta dipende sia dal tipo di coltivazione adottata che dalle condizioni pedoclimatiche locali. In Italia, la produzione di pomodoro da mensa è continua durante l’anno grazie alla presenza di colture anticipate, forzate e di pieno campo.

    La raccolta del pomodoro da industria, invece, avviene generalmente tra luglio e ottobre.

  • Questo dipende dal contenuto di nutrienti del terreno. Prima di effettuare interventi di concimazione, è importante analizzare il terreno. Ad esempio, se il terreno è correttamente bilanciato o presenta un elevato contenuto di N, si consiglia di utilizzare un concime con un contenuto più basso di N e più alto di P; invece se vi è una carenza di N, si raccomanda di utilizzare un concime bilanciato.

     

    Quante volte si mette il concime ai pomodori?

    La frequenza della concimazione dipende dal prodotto selezionato. Utilizzando un concime liquido, si consiglia una dose settimanale di sostanze nutritive.

    Se, invece, viene impiegato un concime a lenta cessione, sarà sufficiente una dose subito dopo la messa a dimora. Basterà per l’intera stagione.

  • Non accostare mai il pomodoro con le melanzane, peperoni o patate, poichè appartengono alla stessa famiglia botanica, sfruttano il terreno allo stesso modo, attirano gli stessi parassiti e quindi sono contagiate più facilmente.

    Perché piantare il basilico vicino ai pomodori?

    Il basilico, per esempio, è un ottimo vicino per i pomodori, li aiuta a tenere lontano i moscerini bianchi e l’oidio (mal bianco). I tagete sono fiori deliziosi che allontanano gli afidi e anche i nematodi del terreno.

  • La cimatura va fatta quando la pianta ha raggiunto il numero di rami desiderato, solitamente tra i 4 e i 6, a seconda dello spazio disponibile e della varietà coltivata.

    1. Mantenendo costanti i livelli di umidità delle piante.
    2. Utilizzando un concime con una formula bilanciata.
    3. Evitando di lavorare troppo vicino alla zona radicale.
    4. Controllando il pH del terreno prima della semina.
    5. Apportando il calcio tramite concimi granulari, fertirrigazione o applicazione fogliare.
       

  • I fabbisogni nutrizionali del pomodoro cambiano con la stagione e in base alla fase di crescita.
    Per ottenere una resa ottimale, la formulazione del concime e la sua quantità devono essere adattate alla fase di crescita.

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