Coltivare il Frumento
Consigli sulla nutrizione

A supporto della filiera italiana del frumento, è stata studiata una specifica gestione nutrizionale.

I nostri consigli per coltivare al meglio il Frumento (Triticum spp.)

  • Il grano tenero ha una straordinaria capacità di adattamento ambientale e si è evoluto tramite ibridazione naturali da 10mila anni fa fino a dare origine a quello che chiamiamo “grano tenero”. Oggi, il frumento è il cereale più coltivato al mondo.

  • Il frumento è una pianta annuale o biennale in base alla varietà, il cui ciclo può essere diviso in germinazione ed emergenza, accestimento, levata, antesi o fioritura, granigione.

  • Nei climi mesotermi dove l’inverno è sufficientemente mite, è coltivato in semina autunnale e raccolto a fine primavera. Nelle regioni a clima microtermo (alte latitudini ad esempio, Scandinavia, Canada; ecc., o montagna) si semina a fine inverno e si raccoglie in estate avanzata.

  • Il frumento predilige terreni di medio impasto, ma cresce bene anche in quelli pesanti, di buona struttura, con un buon sistema di drenaggio (importanti poiché il frumento teme molto i ristagni). Da evitare i terreni sabbiosi o a base di torba.

  • Il pH ottimale per il frumento invernale è 6.5. Se inferiore a 5.5, la resa è ridotta e la coltura risulta uscettibile alla carenza di P, Mo e Ca. Con un pH maggiore di 7.5, aumenta la probabilità di carenza di B, Cu, Fe, Mn, P, Zn.

  • Temperatura e acqua sono i fattori più importanti da tenere in considerazione nella scelta della zona di coltivazione poiché la siccità alla semina è un ostacolo.

  • Il frumento invernale cresce al meglio nelle zone temperate (Europa, Asia, America) e in alcune aree tropicali e subtropicali. Le temperature favorevoli si aggirano sui 20–25 °C.

  • Le basse temperature provocano danni irreparabili al frumento (che variano in base allo stadio di sviluppo, alla specie e alla varietà) e ne limitano le possibilità di semina autunnale. Le alte temperature sono pericolose (fase di granigione) dato che accentuano l’evapotraspirazione e causano appassimento permanente (ad es. si verifica regioni meridionali - Sicilia e Puglia), con una conseguente diminuzione e pessima qualità della produzione.

  • La copertura nevosa è un’efficace protezione durante le fasi di gelo invernale.

  • Il vento è dannoso perché può provocare l’allettamento (coricamento della coltura), soprattutto se accompagnato da piogge intense.

 

Classificazione

Famiglia Graminacee
Genere Triticum L.
Specie Triticum vulgare

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione.

 

Caratteristiche botaniche

Ciò che di solito è denominato “seme” nei cereali è, in realtà, una cariosside, ossia un frutto monospermo, essiccato. Ha un peso compreso tra 35 e 50 mg, è di forma allungata con una sezione trasversale che può variare da arrotondata a subtriangolare. Questa è composta dall’embrione, dall’endosperma e dai tegumenti o involucri.

L’endosperma costituisce la parte principale del chicco ed è diviso in un sottile strato esterno chiamato aleurone e un tessuto parenchimale interno che contiene amido. La sua consistenza e aspetto sono di grande importanza per la qualità e l’utilizzo del prodotto finale, e possono variare a seconda della specie e delle condizioni di coltivazione.

Le radici sono di tipo fascicolato. Si dividono in radici embrionali (o primarie), che supportano la pianta nelle prime fasi del ciclo di crescita, e in apparato radicale secondario (o avventizio), che si sviluppa durante la fase di accestimento.

Il fusto delle graminacee (culmo) è cilindrico e composto da nodi, ognuno dei quali ha una foglia e internodi cavi. La lunghezza varia a seconda del numero di nodi, che a loro volta influenzano la durata del ciclo vegetativo della pianta. La foglia apicale, chiamata “foglia bandiera,” è la più importante per la fotosintesi.

L’infiorescenza del frumento è una spiga composta, formata da rachide e spighette inserite alternativamente sui nodi. Ogni spighetta contiene da 3 a 7 fiori, ognuno dei quali è protetto da due brattee paglione chiamate glumelle, la cui struttura è diversa in base alla varietà.

 

Semina

La scelta della semente è cruciale: è importante considerare sia la componente genetica (la varietà) che l’aspetto agronomico (purezza e germinabilità).

È consigliato non affidarsi a una singola varietà o coltivarne un numero eccessivo. La selezione delle varietà dovrebbe essere basata sull’esperienza passata, ma è possibile anche provarne altre raccomandate dalle liste di basate su prove sperimentali regionali.

La quantità di seme da utilizzare varia in base alle condizioni di semina.

L’epoca di semina in Italia è l’autunno, in un momento che garantisca una buona resistenza al freddo invernale, ma non troppo anticipato per evitare lo sviluppo vegetativo eccessivo. Le date di semina variano a seconda della latitudine e dell’altitudine.

 

Raccolto

La granella raggiunge la sua completa maturazione quando appare gialla. La raccolta del frumento avviene in due fasi:

  • Mietitura: si compone di taglio degli steli di frumento e di accovonatura (legare il frumento in fasci chiamati covoni).
  • Trebbiatura: processo di separazione delle cariossidi dagli involucri che le circondano, nonché dalla paglia e dai rachidi delle spighe.

 

Fabbisogno nutritivo

Azoto

Gli effetti positivi dell’azoto su questa coltura sono molteplici.

Durante l’accestimento, favorisce l’emissione di radici e germogli (promuove il numero di spighe per m2). Al “viraggio” favorisce la morfogenesi delle infiorescenze (presenza di più spighette e fiori). Durante la levata, aumenta la quantità di clorofilla, la superficie delle foglie e la loro durata funzionale. Alla fioritura favorisce la fecondazione e riduce l’aborto degli ovuli, garantendo quindi la presenza di più cariossidi per spiga. Durante la granigione, migliora il tenore proteico e le caratteristiche merceologiche della granella.

L’azoto, inoltre, riduce l’intensità dell’attacco di mal del piede.

L’eccesso di azoto può causare allettamento (con un conseguente danneggiamento delle spighe e vulnerabilità ai patogeni) e una maggiore esigenza idrica (l’azoto promuove la fittezza della vegetazione, portando quindi la pianta a richiedere più acqua).

In climi aridi e in terreni a bassa capacità idrica, è altamente sconsigliato eccedere nella concimazione azotata poiché porta ad un abbassamento del peso medio delle cariossidi.

Le prove in campo hanno dimostrato che, entro certi limiti, la resa cresce proporzionalmente in base all’apporto di azoto. È sempre importante non concimare oltre il fabbisogno fisiologico della pianta, perché si potrebbe dar luogo a rilasci di nitrati non utilizzati nelle falde acquifere.

Fosforo

Il fosforo è un elemento essenziale per numerosi processi chimici fondamentali, tra cui la sintesi del materiale genetico nelle divisioni cellulari e nei processi riproduttivi. La maggior parte dei terreni è carente di fosforo, rendendo necessario apporti esterni.

In Italia, dove per molti anni sono state utilizzate quantità elevate di fertilizzanti fosfatici, è ora ragionevole restituire al terreno solo la quantità di fosforo richiesta dalla coltura.

L’eccesso di fosforo non è dannoso, né per la coltura né per l’ambiente, poiché la parte non utilizzata viene assorbita dal terreno. Tuttavia, evitare sprechi è un passo importante verso l’efficienza economica e l’ecocompatibilità.

Le piante carenti in P presentano una colorazione verde scuro rispetto alle piante normali e possono sviluppare una tinta viola nella parte inferiore, che può estendersi anche nella parte più alta. Le piante hanno una crescita più lenta, gli steli sono sottili e corti, la maturazione avviene in ritardo e vi è anche uno scarso accrescimento. Nel caso di una carenza grave di P, le foglie possono morire.

Potassio

Il potassio è un elemento essenziale per il metabolismo del frumento. In Italia, la maggior parte dei terreni dispone di una buona o addirittura eccellente quantità di tale elemento, rendendo la concimazione potassica non necessaria.

L’applicazione eccessiva di fertilizzanti potassici può risultare inefficace e costosa. Una previa analisi del terreno è fondamentale per ottimizzare la resa delle colture e ridurre i costi operativi e l’impatto ambientale.

La carenza di K si manifesta inizialmente sulle foglie più vecchie. Appare come clorosi internervale (ingiallimento tra le nervature della foglia) e tende a progredire verso l’alto se la carenza si intensifica. Le foglie appaiono disseccate attorno ai bordi e/o appassite; a volte si osservano anche accartocciamenti della foglia ed attacchi da parte dei patogeni. I sintomi di carenza possono manifestarsi anche nelle foglie giovani di alcune varietà ad alto rendimento a maturazione rapida.

Zolfo

I sintomi della carenza di S sono simili a quella di azoto, ma i sintomi di clorosi sono uniformi su tutta la pianta, comprese le foglie più giovani. La carenza di zolfo è più probabile su terreni sabbiosi, drenati e poveri di materia organica.

Calcio

La carenza di Ca è rara. Nel caso in cui avvenga, le piante presentano foglie con sintomi di clorosi diffusa: sono gravemente rachitiche e le foglie giovani trasudano un materiale simile alla gelatina. Inoltre, lo sviluppo radicale sarà più lento. La carenza di Ca è favorita da un pH del terreno di 5,2.

Magnesio

In genere, la carenza di Mg si trova su terreni con un pH inferiore a 5,2: il frumento non è in grado di assorbirne una quantità adeguata in presenza di stagioni primaverili fresche e umide.

Zinco

La carenza di Zn si manifesta nelle prime fasi di crescita, quando la pianta è alta ~10 cm. Appare come un ingiallimento delle nervature nelle foglie giovani, con una punta il cui colore varia da bianca a giallastra. Spesso compaiono macchie bianche sulle foglie, o lungo i loro bordi. L’intera pianta è rachitica e presenta foglie morte.

Boro

Le piante carenti di B producono spighe molto sottili con una resa in granella molto ridotta. I germogli terminali e le foglie muoiono. Le giovani foglie rimangono arrotolate (sintomi simili alla carenza di calcio).

Rame

La carenza di Cu appare prima nelle foglie più giovani. Può essere dovuta alla scarsa disponibilità del terreno, problematica comune su suoli con impasto leggero, acidi, con poca sostanza organica, granitici e suoli asciutti. Le foglie sono deformate e arricciate. La carenza di Cu provoca anche una grave riduzione in termini di resa.

Ferro

La carenza di Fe inizia come una clorosi internervale sulle foglie più giovani e si evolve in una a livello generale. Termina con un deperimento delle foglie.

Manganese

La carenza compare sulle foglie più giovani come leggera clorosi. Nei casi più gravi, le foglie mature mostrano venature reticolate. Le foglie possono anche sviluppare una necrosi grigio-marrone lungo le nervature. Può anche comparire uno schema di macchie clorotiche, concentrate principalmente alla base delle foglie.

Assorbimento di nutrienti stimato (kg/ha):

VarietàResa
t/ha
N
kg/ha
P2O5
kg/ha
K2O
kg/ha
Frumento invernaleBiomassa*

(DM): 13.7

Granella: 6.7
187
130
55
39
252
51
Frumento primaverileBiomassa*

(DM): 9.0

Granella: 4.5
129
100
58
50
125
25

*Parte della pianta interamente fuori dal terreno

Fonte: Adapted from Aigner et al., 1988

Curva dell’assorbimento dei nutrienti durante la stagione

Riferimenti: Hirzel and Undurraga, 2013

Ruolo dei nutrienti

Parametri chiaveNP2O5K2OMgOCaOSO3
Resa+++++++++
Contenuto proteico++++++++++
Crescita vegetativa+++++++++
Sviluppo apparato
radicale
+++++++

+ = miglioramento

– = riduzione

+/- = risultati diversi, in base al dosaggio di nutrienti applicato

Fonte: Bolletino IPI – Cereali

Fonte: Grano invernale – Scheda con i consigli sulla coltura (campus agronomia)

Prove sul frumento

Prova su frumento invernale
Romania, 2016

40

Aumento della produzione

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • In pre-semina (settembre-ottobre), consigliamo Polysulphate, PotashpluS, SinglePhos e Triphos, PK 26-25, NPpluS, Agromaster NPK, NP e NK (a spaglio come concimazione di fondo).

    Durante la semina, è possibile applicare NPpluS, Agromaster NP e NPK, Agromaster Mini e altre titolazioni ad alto contenuto di P.

    All’accestimento (febbraio-marzo), cosigliamo Agromaster N40, e Agroleaf Liquid Booster (insieme al diserbo).

    In fase di levata e pre-spigatura (aprile-maggio), Agromaster N40 e Agroleaf Liquid Booster (insieme a funghicida e insetticida) continuano ad essere la scelta migliore.

    Queste informazioni sono di carattere generale. Per raccomandazioni specifiche, gli esperti ICL sono a vostra disposizione.

  • Per ottenere un rendimento ottimale, dobbiamo apportare gli elementi nelle quantità e nelle tempistiche giuste. L’analisi del terreno può aiutare a prevenire eventuali carenze.

  • Il contenuto di proteine è legato all’azoto. È quindi importante che la pianta abbia a disposizione l’azoto durante lo stadio di allungamento dello stelo.

  • Per migliorare la redditività della coltura, è importante optare per una nutrizione efficace, evitando di apportare elementi in eccesso (potrà essere d’aiuto in tal senso l’analisi del terreno) e assicurando la disponibilità degli elementi giusti nelle fasi giuste. Per questo motivo, la soluzione ideale è l’impiego di CRF (Agromaster®) .

  • Sì, può essere utile in particolare per i terreni poveri di materia organica, ma è necessario includere gli elementi nel calcolo del piano di concimazione, così da non avere elementi in eccesso (in particolare, l’azoto).

  • In alcune aree ad alto contenuto di potassio nel terreno, è possibile ottenere un rendimento elevato anche senza la concimazione a base di potassio, considerando anche che il grano è in rotazione e il K viene applicato ad altre colture.

  • Il Triticum vulgare o aestivum, noto come grano tenero viene coltivato nelle regioni settentrionali dell’Italia, mentre il Triticum turgidum durum, conosciuto come grano duro, è tipico delle regioni centrali e meridionali.

    La principale distinzione tra questi due tipi di grano sta nell’aspetto. Il grano tenero presenta chicchi rotondeggianti, morbidi, opachi e friabili, che si spezzano facilmente. Dalla sua macinazione, si ottiene la farina bianca a granuli molto fini, utilizzata per la produzione di pane, pizza, dolci e altri prodotti. Il grano tenero ha un alto indice glicemico, una minore quantità di proteine rispetto al grano duro e assorbe meno acqua.

    Il grano duro ha chicchi allungati e appuntiti, con una consistenza molto dura. La sua macinazione produce la semola, caratterizzata da granuli grossi di colore giallo/ambrato dovuto alla presenza di carotenoidi con azione antiossidante.

    Il grano duro ha una minore estendibilità ma una maggiore tenacità. Viene utilizzato per la produzione di pasta secca e, in misura limitata, nella panificazione, spesso miscelata con farina di grano tenero. Il grano duro contiene una maggiore quantità di proteine rispetto al grano tenero, assorbe più acqua ed è noto per il suo potere saziante.

  • Il frumento tenero è uno dei cereali più diffusi al mondo dopo il mais ed è presente in tutti i continenti. Negli ultimi anni, la produzione mondiale di frumento tenero si è mantenuta tra 700 e 750 milioni di tonnellate (35% della produzione mondiale).

    La Cina è il principale produttore mondiale di frumento tenero, con circa 137 milioni di tonnellate (dati del 2021), seguita dall’India (110 milioni di t), dalla Russia (75 milioni di t), dagli Stati Uniti (46 milioni di t) e dalla Francia (38 milioni di t).

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