La concimazione del melograno

Il melograno si presta perfettamente al concetto di “frutteto facile”. In questa guida troverai tutto ciò che ti serve sapere per la concimazione del melograno.

Ottobre 30, 2024
5 min
Andrea Ghirotti | Agronomo ICL Italia Agricoltura

La concimazione del melograno

Il melograno è una pianta facile da coltivare e si presta perfettamente al concetto di “frutteto facile”.

Questa pianta è apprezzata da secoli per la bellezza ornamentale e la bontà dei suoi frutti, che, essiccati, possono essere usati anche per decorazione, oltre che per le sue proprietà medicinali note fin dall’antichità. In ambito paesaggistico, il melograno è presente sia in ambienti rurali, dove cresce liberamente a cespuglio, sia nei giardini d’élite, dove si può ammirare in forma di alberello come pianta esemplare o fulcro del giardino, forse per il suo fascino di simbolo di benessere e salubrità.

L’altezza del melograno varia a seconda della varietà: dalle varietà nane, che raggiungono circa 50 cm e sono ideali per bonsai, fino a quelle da frutto che arrivano a 5 metri.

Questa pianta presenta rami spinosi e foglie medio-piccole, opposte, oblunghe e di un verde lucido. La corteccia è marroncino chiaro.

La fioritura è scalare, avviene tra maggio e luglio e dura circa 70 giorni; la fase intermedia è fondamentale, poiché determina la produzione principale. I fiori, di solito rossi e semplici con 5-8 petali, variano tra varietà ornamentali, presentando tonalità che spaziano dal rosso al bianco variegato.

Il frutto del melograno, o balausta, è una bacca rosa-rossastra con buccia dura, di forma rotonda o allungata e diametro variabile (5-12 cm). Al suo interno vi sono loculi contenenti più di 600 semi (arilli), maturando in autunno. Non tutte le varietà fruttificano, in particolare quelle ornamentali, e non tutte le varietà fruttifere producono frutti commestibili; per esempio, il Punica granatum nana produce frutti piccoli e non commestibili.

 

La varietà del melograno

Fino al 2010 il melograno (Punica granatum L.) risultava in Italia una coltura pressoché hobbistica, tuttavia negli ultimi anni con la diffusione dei famosi “superfood”, la domanda di melograne sia da consumo fresco che da succo è aumentata.

Attualmente vi sono in Italia oltre 3000 ha suddivisi tra varietà caratterizzate da diverso bilanciamento tra dolcezza e acidità, prevalentemente concentrati nelle regioni mediterranee quali Sicilia, Calabria e puglia, con alcuni impianti anche in regioni più settentrionali.

Le varietà di Punica granatum si dividono principalmente in due categorie: quelle da fiore e quelle da frutto. Le varietà da frutto iniziano a produrre dopo 3-4 anni e raggiungono la massima produzione tra i 10 e i 20 anni.

Varietà di melograno da frutto

  • Dente di cavallo: gruppo di cultivar italiane con frutti di media grandezza, resistenti al freddo.
  • Balegal: pianta rustica dai frutti dolci.
  • Sweet: produce abbondantemente da giovane.
  • Acco: varietà precoce, coltivata per reddito.
  • Granada: pianta rustica con maturazione precoce.
  • Wonderful: frutti di grande dimensione e semi teneri, ideale per coltivazione commerciale.

Varietà di melograno da fiore

  • Alboplena: fiore bianco doppio.
  • Rubra plena: fiore doppio di colore vermiglio.
  • Nana: fiore rosso-arancio semplice, con frutti piccoli e ornamentali.
  • Nana Racemosa: fiore rosso-arancio doppio.
  • Legrellei: fiore doppio con striature.

 

Asportazioni colturali del melograno

Il melograno presenta elevate asportazioni di azoto, potassio e calcio in particolare. Considerando l’elevata sensibilità al cracking di alcune varietà, è bene prestare attenzione al bilanciamento tra gli ioni (potassio, calcio e magnesio) e ridurre al minimo l’azoto ureico in fertirrigazione.

Sono inoltre da evitare apporti azotati tardivi che possono incrementare la sensibilità dei frutti a marciumi e spaccature, oltre a ritardare la lignificazione dei tessuti.

Per saperne di più, scarica il piano di concimazione per il melograno!

 

Concimazione del melograno: ecco come fare

Gli obiettivi della concimazione del melograno devono essere di:

  • Mantenere un corretto bilanciamento tra potassio, calcio e magnesio per ottenere frutti dolci e resistenti.
  • Irrobustimento della buccia e prevenzione del cracking.
  • Accumulo di riserve e lignificazione dei tessuti per una migliore tolleranza al freddo.
  • Prevenire microcarenze e proteggere frutti e piante da stress abiotici, quali calco e radiazione solare.

 

Le fasi di crescita del melograno.

 

Il concime migliore per il melograno e le sue fasi di crescita sono:

  • Germogliamento: utilizza il concime granulare a cessione controllata Agromaster® NPK 15-9-15+Mg+Ca+S per un reintegro di macro e mesoelementi a rilascio pronto e graduale.
  • Sviluppo vegetativo: utilizza la miscela dei concimi idrosolubili Nova PeKacid® insieme a Nova Plus CalMag+TE per stimolare la radicazione e sviluppo vegetativo, prevenendo nel contempo le microcarenze. Utilizza anche (non in miscela con i precedenti) il concime fogliare Agroleaf® Power 20-20-20+TE per stimolare la fotosintesi e prevenire microcarenze.
  • Da inizio a fine fioritura: per stimolare la fioritura e l’allegagione utilizza la miscela dei concimi idrosolubili Nova PeKacid® insieme a Nova Plus CalMag+TE. Per favorire l’ingrossamento del frutto e prevenire il cracking, puoi utilizzare Agroleaf® Power 11-5-19+Ca+Mg+TE.
  • Ingrossamento frutti: durante questa fase, utilizza NovAcid® 12-6-22+Ca+TE per favorire l’ingrossamento del frutto e l’accumulo di calcuio in prevenzione a problematiche di cracking e per acidificare la soluzione nutritiva. Invece, il prodotto specifico per l’ingrossamento frutto e la prevenzione del cracking è Agroleaf® Power 11-5-19+Ca+Mg+TE.
  • Maturazione: utilizza Solinure® GT 5-11-38 per favorire l’incremento del grado °Brix, la colorazione e il peso.

Per saperne di più, scarica il piano di concimazione del melograno!

 

Quando concimare il melograno

Il momento migliore per concimare un melograno è durante la fase di crescita attiva, da marzo a settembre.

La prima cosa da considerare è che molte varietà di melograno sono autosterili. Per ottenere frutti, è quindi fondamentale piantare (o avere nelle vicinanze) due o più varietà diverse, favorendo così un’efficace impollinazione, svolta principalmente dagli insetti.

La propagazione per seme è poco consigliata per la lentezza della crescita, mentre l’innesto è complesso. Si ottengono invece buoni risultati tramite l’estirpazione e ripiantumazione di polloni radicati, o con margotte, propaggini o talee, preferibilmente da eseguire in autunno o al massimo all’inizio della primavera.

Per la messa a dimora dei polloni o della pianta in vaso, si scava una buca di dimensioni adeguate, associando una concimazione di fondo con abbondante concime organico.

La raccolta del melograno avviene nel tardo autunno (ottobre-novembre), quando la buccia assume un colore rosato intenso, preferibilmente prima che compaiano spaccature. È consigliabile staccare i frutti dalla pianta usando delle forbici, per evitare di danneggiare rami e frutti.

 

Le Indicazioni sono di carattere generale da modulare in base alla fertilità del terreno, allo sviluppo vegeto-produttivo e alla potenziale resa. Per interventi specifici, comparsa di carenze e/o soluzioni applicative diverse consultare l’esperto ICL di zona o di riferimento.

 

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