Crescere l'Albicocco
Consigli sulla nutrizione
A supporto della filiera italiana delle colture arboree, è stata studiata una specifica gestione nutrizionale.
I nostri consigli per crescere al meglio l'albicocco (Prunus armeniaca L.)
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L'albicocco ha origini asiatiche, soprattutto cinese, centro-asiatica, iranocaucasica. Si è diffuso poi in diverse regioni, comprese quelle dell'Asia centrale, del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo.
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Gli albicocchi prosperano in climi temperati con estati calde e inverni freddi.
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La maggior parte delle varietà richiede un periodo di freddo invernale (chiamato periodo di chill) per la formazione dei boccioli floreali. Esistono anche varietà adattabili a climi più caldi.
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La pianta è generalmente resistente al freddo, ma le gelate tardive possono danneggiare i fiori e ridurre la produzione di frutti.
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La propagazione mediante seme produce portinnesti robusti e nuove cultivar. L'innesto è ampiamente praticato, ma talvolta si verifica una disaffinità.
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Preferiscono terreni ben drenati e leggermente alcalini. Possono tollerare terreni argillosi, sabbiosi o limosi, ma è importante evitare ristagni d'acqua, poiché le radici sono sensibili all'asfissia radicale.
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Predilige le posizioni collinari, pedecollinari e pianura adiacente, luminose e ben areate, meno soggette alle gelate. Non risultano adatti, invece, i fondivalle e le zone umide di pianura
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Il pH del terreno ideale si aggira tra 6.0 e 7.5.
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Richiedono una quantità adeguata di acqua per crescere e produrre frutti. È importante mantenere un'irrigazione regolare durante i periodi di siccità e durante la fase di sviluppo dei frutti, evitando i ristagni.
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La potatura dell'albicocco è spesso eseguita durante l'inverno, quando l'albero è in stato di dormienza. Questo è generalmente tra la fine dell'autunno e l'inizio della primavera, prima che inizino a comparire nuovi germogli.
Classificazione
Famiglia | Rosaceae |
Genere | Prunus |
Specie | Prunus armeniaca L. |
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione.
Caratteristiche botaniche
L’albicocco è una drupacea che non si adatta molto alle forme obbligate per la grande vigoria della specie. La tendenza è pertanto rivolta più alle forme libere, espanse che raggiungono molto precocemente la piena produzione e che si adattano anche alla raccolta meccanica delle albicocche stante la rilevante quota di prodotto richiesto dalle industrie di trasformazione.
La corteccia giovane dell’albicocco è liscia e di colore grigio-marrone, mentre con l’età diventa più scura e sviluppa fessure. Ha radici superficiali e può beneficiare di una buona drenaggio del suolo.
L’albicocco è un albero deciduo, di solito alto dai 3 ai 6 metri, con una chioma espansa. Le foglie sono di forma ovale o lanceolata, di colore verde scuro. Sono disposizioni in modo alternato lungo i rami. I fiori sono di colore bianco o rosa e compaiono prima delle foglie in primavera. Sono di tipo ermafrodito, cioè contengono sia organi maschili che femminili. Sbocciano in primavera, generalmente prima della comparsa delle foglie.
La maggior parte delle varietà di albicocco richiede l’impollinazione incrociata, il che significa che è benefico avere più di un albero per favorire la produzione di frutti.
Il frutto è una drupa, spesso di forma rotonda o leggermente ovale. Il colore può variare da giallo a arancione, a seconda della cultivar. La polpa è succosa e contiene un singolo nocciolo.
Fabbisogni di nutrienti
La determinazione delle asportazioni ed il calcolo delle dosi per la fertilizzazione sono di difficile generalizzazione per la notevole variabilità di condizioni climatiche in cui può essere coltivato, a causa delle diverse pratiche agronomiche e per la scelta varietale e portainnesti. Per informazioni specifiche, contattare il nostro team di esperti.
Azoto
L’azoto rappresenta il nutriente fondamentale, ma la sua somministrazione richiede particolare attenzione per prevenire la predisposizione dei frutti alle spaccature causate dalle piogge.
Nel contesto della concimazione autunnale, finalizzata a favorire l’accumulo di sostanze di riserva nelle parti permanenti della pianta, è consigliabile valutare i livelli di nitrati nel terreno. È importante evitare l’apporto di azoto prima della fioritura e poco prima della raccolta.
Per gli impianti dotati di fertirrigazione, si consiglia di fornire almeno la metà degli elementi nutritivi tramite questo sistema, iniziando dall’allegagione fino a qualche settimana prima della maturazione e durante l’intera stagione estiva.
La carenza di azoto può provocare una scarsa formazione dei frutti, la caduta prematura e una crescita limitata. Eccessi possono portare a problemi come la perdita di colore nelle albicocche e un ritardo nella loro maturazione. Questi effetti negativi possono essere compensati mediante una corretta fertilizzazione potassica.
Fosforo
In generale, la letteratura scientifica non fornisce evidenze significative riguardo all’impatto della fertilizzazione fosfatica sulla produzione. Tuttavia, è da sottolineare che il fosforo gioca un ruolo cruciale nei processi fotosintetici e respiratori delle piante, oltre a favorire la fioritura e lo sviluppo del sistema radicale.
Nei suoli carenti di fosforo o con una sua assimilazione difficile, è conveniente introdurre questo elemento attraverso le pratiche di concimazione. Analogamente al potassio, il fosforo deve essere incorporato durante la preparazione del terreno e/o prima dell’impianto.
Successivi apporti di fosforo dovrebbero avvenire in autunno, in base alle analisi del terreno, o dopo l’allegagione, se necessario, utilizzando tecniche come la fertirrigazione e/o concimazioni fogliari.
Potassio
Il potassio riveste un ruolo essenziale durante la fase produttiva poiché contribuisce positivamente all’ottimale qualità dei frutti, alla colorazione, all’acidità e alla sintesi degli zuccheri, migliorando anche la vitalità del polline e la resistenza della pianta al freddo.
Inoltre, il potassio facilita il trasporto degli elementi di riserva dalle foglie agli organi legnosi, svolgendo così un ruolo fondamentale nel metabolismo e nella crescita della pianta.
Calcio
Il calcio rafforza i tessuti vegetali. L’albicocco è una specie nota per la sua elevata richiesta di calcio; la fase critica si verifica quando il frutto interrompe il processo di traspirazione.
Inoltre, il calcio riduce la probabilità di rotture nei frutti, contribuendo a migliorarne la qualità. La carenza si manifesta con una clorosi diffusa, foglie deformate e arricciate, uno sviluppo radicale lento e una limitata capacità di conservazione dei frutti in post-raccolta.
È importante notare che un eccesso di calcio nel terreno può causare una ridotta disponibilità di ferro, portando a clorosi ferriche.
Magnesio
Il magnesio è il componente centrale della clorofilla, la molecola responsabile dell’assorbimento della luce solare durante la fotosintesi.
Una carenza di magnesio può provocare una decolorazione delle foglie (giallo pallido) che sfocia in una clorosi internervale. Le foglie nuove appaiono gialle con macchie scure.
Guide & Articoli
Q&A
Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!
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La produzione per pianta varia a seconda della cultivar, delle condizioni di crescita, della maturità della pianta e della pratica colturale. Inoltre, può essere influenzata dal clima, dal tipo di terreno, dalla potatura e dalla presenza di impollinatori.
Una pianta di albicocco giovane potrebbe iniziare a produrre frutti in quantità più ridotte rispetto a una pianta più matura. Dopo alcuni anni, la produzione tende ad aumentare.
Per avere un’idea approssimativa, in condizioni ideali e con cure adeguate, una pianta di albicocco matura può produrre da 50 a 150 kg di frutta all’anno. Tuttavia, questi numeri possono variare notevolmente. Inoltre, le varietà di albicocco differiscono nella loro produttività.
Le gelate primaverili, le malattie e le condizioni meteorologiche avverse possono influire sulla resa in un determinato anno.
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In genere, le radici dell’albicocco si sviluppano vicino alla superficie del suolo. Questo aspetto li rende più accessibili per l’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti. Tuttavia, questa disposizione le rende più sensibili alla siccità e richiede una gestione attenta dell’irrigazione.
La profondità del sistema radicale può variare, ma spesso si concentra nei primi 60-90 cm. Tuttavia, la pianta può sviluppare anche radici più profonde in determinate condizioni.
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La crescita sana dell’albicocco dipende da diversi fattori, e la gestione attenta di questi aspetti contribuirà al successo. Alcuni punti da tenere in considerazione sono:
Esposizione solare: prospera in ambienti soleggiati.
Terreno: deve essere ben drenato per evitare ristagni d’acqua attorno alle radici. L’albicocco preferisce terreni leggeri, ricchi di sostanza organica.
Irrigazione: deve essere regolare, specialmente durante periodi di siccità o nella fase di sviluppo dei frutti. Evitare eccessi d’acqua che potrebbero portare a problemi di marciume radicale.
Fertilizzazione: deve essere equilibrata, con un focus su nutrienti come azoto, fosforo, potassio e magnesio.
Potatura: deve essere regolare per promuovere una corretta circolazione dell’aria e agevolare l’accesso alla luce solare.
Controllo delle malattie e degli insetti: monitorare la presenza di parassiti e adottare misure preventive e curative è importante.
Pollezzamento: assicurarsi che vi siano alberi impollinatori nelle vicinanze.
Protezione dal gelo primaverile: l’installazione di coperture protettive aiuta a prevenire danni alle gemme a causa di gelate tardive.
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L’albicocco (Prunus armeniaca L.) è coltivato in tutto il mondo. Il 60% delle albicocche vengono prodotte nell’area del Mediterraneo.
L’Italia concorre con il 15% circa della produzione mondiale. Per l’ISTAT gli ettari nel 2018 sono stati 19.300. La prima regione è l’Emilia-Romagna con 6.265 ettari e 62.710 tonnellate, seguita da Campania con 4.058 ettari e 59.444 tonnellate e la Basilicata con 3.758 ettari e 43.256 tonnellate.