Crescere il Pesco
Consigli sulla nutrizione

A supporto della filiera italiana delle colture arboree, è stata studiata una specifica gestione nutrizionale.

I nostri consigli per crescere al meglio il pesco (Prunus persica)

  • Il pesco ha le sue probabili origini in Cina, dove ancora oggi cresce in forma selvatica. L'introduzione del pesco in Europa è stata attribuita ad Alessandro Magno, dopo le sue spedizioni contro i Persiani. Altri sostengono che furono i Greci a portarlo dall'Egitto.

  • Il pesco cresce bene in terreni di medio impasto tendenti allo sciolto, ben provvisto di sostanza organica, con sottosuolo permeabile e con pH neutro. Soffre l’asfissia radicale e quindi sono da evitare i ristagni idrici.

  • I fabbisogni idrici del pesco variano in base al terreno e alle condizioni pedoclimatiche del territorio. In generale, le esigenze idriche sono maggiori nei terreni sciolti che in quelli compatti, più concentrate in primavera-inizio estate per le varietà precoci, abbondanti nella fase di fioritura, scarse fino all’indurimento del nocciolo, più elevate durante l’accrescimento del frutto.

  • Le condizioni climatiche italiane sono ideali per la coltivazione del pesco. Prospera in un clima mite, ma sopporta temperature anche intorno ai -15 e -18°C.

  • Il pesco ha bisogno di 800-1.300 h di freddo (< 7°C) per poter fiorire e produrre normalmente. Soffre le gelate tardive primaverili a causa della precoce fioritura.

  • Il pH della soluzione nutritiva deve rimanere tra i 5,5-6,5 per evitare che si formino incrostazione da calcare, risultando in gocciolatori occlusi.

Classificazione

Famiglia Rosaceae
Genere Prunus
Specie Prunus persica L.

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione.

 

Caratteristiche botaniche

Il pesco è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, tribù delle Amigdaleae, sezione delle Prunoidee, genere Persica, specie vulgaris. Alcuni studiosi, tuttavia, ritengono che appartenga al genere Prunus, come l’albicocco, il ciliegio, il mandorlo e il susino.

Il genere Persica include varie specie, alcune delle quali hanno un valore ornamentale. Tra le varietà coltivate ricordiamo:

  • Persica vulgaris Mill. (= Prunus persica (L.) Batsch.): produce frutti con buccia tomentosa, adatti sia per il consumo fresco che per l’industria.
  • Persica laevis DC (= Prunus persica var. necturina Maxim., Prunus persica var. laevis Gray): noto come pesco noce o nettarina, produce frutti glabri ideali per il consumo fresco.

Il pesco comune è un albero di dimensioni modeste, che può raggiungere un’altezza massima di circa 8 metri. Ha un apparato radicale molto superficiale, corteccia di colore bruno-cenerino e rami radi e divaricati, con tonalità rosso-brune.

Le foglie del pesco sono lanceolate e strette, con margine seghettato. I fiori, che sbocciano prima delle foglie, sono ermafroditi, di colore rosa più o meno intenso. Presentano cinque petali e un calice gamosepalo con cinque sepali. Gli stami sono numerosi, solitamente tra 20 e 30. In genere, il pesco è una pianta autofertile. Gli ovuli, di solito due, non maturano tutti; solo uno viene fecondato e raggiunge la maturità. Di conseguenza, il nocciolo del pesco contiene un solo seme (o mandorla) con solchi profondi ed è di sapore amaro a causa dell’alto contenuto di amigdalina, un glucoside cianogenetico tipico di alcune piante della famiglia delle Rosaceae.

I frutti, conosciuti come pesche, sono drupe carnose, generalmente tondeggianti e solcate longitudinalmente da un lato. Possono presentare una buccia tomentosa (pesche comuni) o liscia (pesche-noci o nettarine) e variano in colore. La polpa è succulenta e dolcemente acidula, con tonalità bianche, gialle o verdastre. La consistenza tipica della pesca è dovuta all’alto contenuto di acqua e alla presenza di pectina.

La maturazione dei frutti avviene tra la prima e la seconda decade di maggio nelle zone meridionali, estendendosi fino alla fine di settembre per le varietà più tardive. Le condizioni climatiche in Italia e nei Paesi mediterranei sono generalmente ideali per la coltivazione del pesco, il quale può tollerare un’ampia gamma di temperature, da minime invernali di -15 a -18°C a ambienti subtropicali con un riposo invernale limitato.

Fabbisogni di nutrienti

La determinazione delle asportazioni ed il calcolo delle dosi per la concimazione sono di difficile generalizzazione per la notevole variabilità di condizioni climatiche in cui si sviluppa la peschicoltura, per le diverse pratiche agronomiche, per la scelta varietale e dei portainnesti.

Il contenuto di calcio, sotto forma attiva, è dannoso per il pesco innestato su franco, quando supera valori del 4-5%. La concimazione di produzione dovrebbe essere guidata dalla diagnostica fogliare per evitare di distribuire concimi non necessari o in quantità sbagliata.

Azoto

L’azoto è assorbito dalle radici sotto forma di nitrato (NO3), mentre l’azoto in forma ammoniacale è trattenuto dai colloidi argillosi e dalla sostanza organica. In condizioni di temperature di suolo ottimali (20-25 °C) e terreni con buon drenaggio, la forma ammoniacale si trasforma rapidamente in azoto nitrico.

L’azoto nitrico è la forma azotata maggiormente assorbita dalle piante ed è facilmente soggetta alle perdite per percolazione in quanto, essendo uno ione con carica negativa, non è trattenuto dalle argille del terreno. L’azoto nitrico è quindi, la forma azotata maggiormente coinvolta nell’inquinamento delle falde acquifere.

Fosforo

Le esigenze di fosforo da parte del pesco e degli altri alberi da frutto è molto inferiore rispetto agli altri macronutrienti. Esso è poco mobile nel terreno, abbastanza all’interno della pianta. Raramente si trovano in frutticoltura casi di carenza di fosforo.

Abbondanti concimazioni fosfatiche possono ridurre l’assorbimento dell’azoto e, al contrario, in situazioni di eccesso di azoto nel suolo, non si verifica il blocco dell’assorbimento del fosforo. Il fosforo è presente in tutti i processi che comportano trasformazioni energetiche. È uno dei costituenti essenziali dei nucleotidi, degli aminoacidi e di numerosi enzimi.

Il fosforo nel terreno è poco mobile, la sua somministrazione va effettuata prima dell’impianto come concimazione di fondo. Durante la coltivazione, in particolare se siamo in presenza di situazioni di carenze, il fosforo dovrà essere distribuito precocemente in autunno o dopo la ripresa vegetativa in fertirrigazione con concimi fosfatici solubili.

Potassio

Il potassio è un elemento poco mobile nel terreno ma abbastanza mobile all’interno della pianta. Il movimento degli ioni K+ all’interno del suolo, per raggiungere la superficie radicale, avviene principalmente per diffusione. È quindi molto importante la presenza di un livello di umidità ottimale e costante durante tutto il ciclo annuale. Stress per carenza idrica diminuiscono notevolmente l’assorbimento di questo elemento.

Il potassio è un macronutriente dinamico che, pur non facendo parte di particolari composti organici della pianta, viene assorbito in notevoli quantità. Si accumula in quelle zone delle piante dove sono più attive le divisioni cellulari.

Il potassio determina un maggior turgore dei tessuti, rendendo la pianta più resistente agli attacchi dei parassiti. In caso di carenza, esso dovrà essere integrato con concimazioni autunnali con solfato di potassio (K2SO4) o in primavera in terreni sabbiosi. Se si dispone di un impianto di fertirrigazione, una parte del potassio si può apportare con concimi potassici solubili quali il nitrato di potassio (KNO3).

Calcio

La funzione principale del calcio nella pianta è quella di favorire la resistenza meccanica dei tessuti vegetali. Il calcio influenza la traslocazione dei carboidrati e l’assorbimento di altri principi nutritivi.

La carenza è rilevata dalla presenza di foglie gialle all’apice dei germogli e di colore verde nelle parti basali, dallo scarso sviluppo delle radici per la morte delle porzioni apicali. L’eccesso di calcio nel terreno determina il blocco di alcuni microelementi come il ferro. Esso viene assorbito dalle radici sotto forma di Ca2+. Il trasporto del calcio avviene per via xilematica. La via floematica è quasi nulla. Infatti, la concentrazione del calcio nelle foglie aumenta durante la stagione visto che, attraverso tali organi, passa la quasi totalità (99%) dell’acqua traspirata dall’intera pianta.

Il trasporto del calcio nei frutti diminuisce con il procedere della stagione, in quanto diminuisce l’attività traspiratoria. Infatti, circa il 70% del calcio che si trova nei frutti all’epoca della raccolta si accumula nella prima fase di crescita del frutto. Risulta quindi indispensabile, durante tale periodo, il verificarsi di tutte le condizioni favorevoli all’assorbimento e traslocazione di tale elemento.

Magnesio

Il magnesio è uno dei componenti della clorofilla. Le carenze sulle foglie più vecchie compaiono con delle decolorazioni internervali, prima clorotiche poi necrotiche e successiva caduta, con sintomi che si manifestano nell’estate avanzata a cominciare dalle foglie basali.

La carenza di magnesio è tipica di terreni sabbiosi e poco dotati in sostanza organica. Il magnesio è, a torto, un elemento poco considerato nei piani di concimazione. Il magnesio può essere apportato al terreno o con concimi magnesiaci o con concimi complessi.

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • Da una pianta di pesco in piena produzione si possono raccogliere fino a 40-50 kg di frutti. Generalmente la raccolta è scalare e dura due settimane, bisogna fare almeno 3 passaggi. Attenzione che la conservabilità dei frutti risulta limitata nel tempo, in particolare cogliendo le pesche ben mature.

  • Il fusto si ramifica in 4-5 branche principali, a un’altezza variabile tra i 50 e i 100 cm. L’apparato radicale è molto ramificato, piuttosto espanso. Il colore tipico delle radici è aranciato, più chiaro in età giovanile e più scuro in quella adulta, con lenticelle ben evidenti.

  • I tre macronutrienti essenziali sono azoto, potassio e fosforo. Anche altri, come il magnesio, il calcio e lo zolfo sono essenziali per la vita delle piante. L’azoto è in gran parte responsabile dell’aspetto sano e radioso delle foglie delle piante. Questo elemento è quello che fa sviluppare la pianta forte e vigorosa.

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