Coltivare il Melo
Consigli sulla nutrizione

A supporto della filiera italiana delle pomacee, è stata studiata una specifica gestione nutrizionale.

I nostri consigli per crescere al meglio il Melo (Malus domestica)

  • Originario di una zona sud caucasica, la mela è stata presente nella vita degli esseri umani fin dall’antichità. È diventata il simbolo di miti e leggende in diverse culture: basti pensare al frutto del peccato di Adamo ed Eva, oppure al mito de “La mela della discordia” nella mitologia greca.

  • Il melo è una pianta di dimensioni medio-elevate che può raggiungere un'altezza anche di 8-10 metri.

  • Si adatta a tantissimi tipi di suolo e sopporta bene il calcare se il terreno è ben drenato. Predilige terreni con pH tra 6-7. Nei terreni con pH elevato (> 8) possono verificarsi carenze di fosforo e di micronutrienti.

  • Il melo è molto sensibile alla salinità (2-3 mS/cm max.).

  • Il fabbisogno idrico è di circa 600-800 mm/ha tra fase di sviluppo delle gemme e quella della caduta delle foglie.

  • È una pianta resistente al freddo (fino a -25°C, con qualche eccezione).

Classificazione

Famiglia Rosacee
Genere Malus
Specie Malus domestica Mill.

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione, soprattutto in fuori suolo.

Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.

 

Caratteristiche botaniche

Il melo è una pianta che presenta gemme sia a legno che miste, le quali si sviluppano su diversi tipi di rami fruttiferi, tra cui dardi, lamburde, brindilli e rami misti. Il frutto del melo è comunemente conosciuto come pomo o melonide, anche se è considerato un falso frutto. La caratteristica distintiva di questa pianta è la corteccia liscia delle sue varietà, rispetto ad altre specie di alberi da frutto, e le foglie sono riconoscibili per il margine seghettato.

Un aspetto interessante della coltivazione del melo è la sua autoincompatibilità gametofitica all’interno del gruppo di cultivar, il che significa che alcune varietà di melo non possono impollinare se stesse con successo. Tuttavia, i gruppi pomologici delle varietà sono intercompatibili, il che significa che varietà diverse possono impollinarsi reciprocamente. Di conseguenza, spesso è necessario piantare più di una varietà di melo all’interno di un impianto per garantire una corretta impollinazione e la produzione di frutti.

 

Fabbisogno di nutrienti

Assorbimento stimato di nutrienti (kg/t):

PeriodoNP2O5K2OMgOSO3CaO
1° anno4848366348
2° anno42486394.536
3° anno70
60
110
12.5940
Produzione
(45 tonnellate)
100902204030110

 

MeseFasi fenologicheN (kg/ha)P2O5 (kg/ha)K2O (kg/ha)
FebbraioDormancy 101520
MarzoInizio fioritura151520
AprileCaduta petali15
20
40
MaggioAllegagione201540
GiugnoSviluppo e maturazione dei frutti101040
LuglioSviluppo e maturazione dei frutti5540
AgostoInizio del raccolto5510
SettembreFine raccolto105
OttobreFine raccolto10
Applicazioni totali(kg/ha)10090210

Dinamica dell’assorbimento dei nutrienti durante l’intera stagione colturale

Ruolo dei nutrienti

Azoto

L’azoto stimola la crescita vegetativa. Quando viene somministrato con le giuste dosi, contribuisce a ottenere raccolti qualitativamente e quantitativamente soddisfacenti.

Nella struttura del terreno, la maggior parte (97-98%) dell’azoto totale è presente sotto forma di materia organica e non è immediatamente disponibile alle piante fino a quando non subisce il processo di mineralizzazione. Il restante 2-3% è presente in forma minerale, prevalentemente come ammoniaca, trattenuto dalla capacità di scambio cationico (C.S.C.) del terreno ed è quindi accessibile alle colture.

Per massimizzare l’efficienza dell’azoto, è consigliabile suddividerne l’applicazione, preferibilmente attraverso il metodo di fertirrigazione. Questo approccio è particolarmente vantaggioso per i nuovi impianti o quando si coltivano piante in terreni sciolti e sabbiosi.

È importante evitare ritardi nell’apporto di azoto durante i mesi estivi, poiché ciò potrebbe influire negativamente sulla qualità della produzione e prolungare la fase vegetativa delle piante in autunno, rendendole più vulnerabili agli sbalzi di temperatura invernali.

Fosforo

Il fosforo è un elemento chimico che spesso è presente in abbondanza nei terreni ma è scarsamente disponibile per le colture. Questa limitata disponibilità è dovuta principalmente all’interazione del fosforo con il calcio, che lo fa immobilizzare nel terreno sotto forma di fosfato.

È di fondamentale importanza condurre un’analisi del terreno aggiornata per valutare la reale dotazione e disponibilità di fosforo. In caso di bassa disponibilità, è necessario fornire fosforo alle colture.

Il fosforo nel terreno è poco mobile, pertanto è consigliabile applicarlo come concimazione di fondo prima dell’impianto delle colture. Durante il ciclo colturale, specialmente se si verificano carenze, il fosforo dovrebbe essere somministrato precocemente in autunno o dopo la ripresa vegetativa, preferibilmente tramite fertirrigazione, utilizzando concimi fosfatici solubili.

Potassio

Il potassio è un elemento fondamentale nelle piante ed è altamente mobile a livello cellulare, istologico e nel trasporto a lunga distanza attraverso il xilema e il floema. Ha un ruolo essenziale nella traslocazione dei fotosintetati all’interno della pianta. La presenza di potassio influisce sull’accrescimento del frutto e sulle sue caratteristiche organolettiche, tra cui l’equilibrio tra acidi e zuccheri e la colorazione dell’epicarpo. Tuttavia, un eccessivo rapporto tra potassio e calcio può influire negativamente sulla durezza del frutto e sulla sua capacità di conservazione.

In caso di carenza di potassio, è necessario integrare questo elemento con concimazioni autunnali utilizzando solfato di potassio o in primavera, specialmente se si coltivano le piante in terreni sabbiosi. Se si dispone di un sistema di fertirrigazione, è possibile apportare parte del potassio utilizzando concimi potassici solubili come il nitrato di potassio.

Calcio

Il calcio (Ca) è un elemento fondamentale nello sviluppo delle piante poiché regola molte funzioni cellulari e contribuisce alla resistenza della parete cellulare attraverso il suo legame con le pectine presenti nella lamella mediana.

La presenza di calcio è di particolare importanza per la qualità dei frutti, in quanto contribuisce a migliorarne la consistenza della polpa e a ridurre la suscettibilità a diverse fisiopatie, come la butteratura amara.

Per assicurare un adeguato apporto di calcio alle piante, è consigliabile effettuare concimazioni pre-impianto. Durante la fase di produzione, è importante promuovere l’assorbimento di calcio, soprattutto nelle prime 4-6 settimane dalla fioritura. Durante questo periodo, aumenta l’attività traspiratoria delle piante, e di conseguenza, si verifica un maggiore accumulo di calcio nei frutti.

Magnesio

Il magnesio (Mg) riveste un ruolo fondamentale nelle piante, poiché attiva gli enzimi coinvolti in processi cruciali come la respirazione, la fotosintesi e la sintesi di DNA ed RNA.

Tuttavia, una elevata disponibilità di potassio nel terreno può portare a carenze di magnesio nelle foglie. Di conseguenza, è importante monitorare le concimazioni potassiche. In casi di elevate produzioni, è consigliabile apportare magnesio al terreno, ad esempio tramite fertirrigazione, utilizzando solfato di magnesio.

Tuttavia, è importante notare che concentrazioni elevate di magnesio possono ridurre l’assorbimento di calcio. Pertanto, si raccomanda di effettuare eventuali apporti di magnesio circa 3-4 settimane dopo la fioritura per evitare possibili interferenze con l’assorbimento di calcio.

I sintomi di carenza di magnesio sono specifici e si manifestano sotto forma di aree clorotiche sulle foglie, che possono diventare necrotiche. Questi sintomi sono più evidenti in suoli sciolti o in presenza di elevate quantità di potassio. Prestare attenzione alle condizioni del suolo e delle concimazioni può contribuire a prevenire la carenza di magnesio nelle piante di melanzana.

 

 

 

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • La gestione del calcio deve avvenire dall’inizio del ciclo attraverso il terreno, sfruttando l’attività e la traspirazione della pianta. I contributi fogliari sono unicamente un supporto per la gestione del calcio. 

  • Il pH da ricercare è di circa 6.5, ma è un parametro non facilmente modificabile nel terreno. ICL dispone di una gamma di concimi in grado di garantire il livello di pH ottimale nella zona radicale. 

  • Il lavoro di potatura durante l’inverno ha come obiettivo la regolazione della quantità di frutti e il corretto sviluppo dell’albero. 
     

  • Una concimazione post-raccolta assicura le riserve che permetteranno di avere una germogliazione più equilibrata in primavera.

  • Gli Stati Uniti sono il secondo produttore mondiale di mele (ca 5,5 milioni di tonnellate). In Europa, la produzione totale ammonta a circa 20 milioni di tonnellate, con l’Italia, la Francia, la Germania e la Polonia tra i principali paesi produttori.

    In Italia, il melo è coltivato principalmente in Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna. È una delle quattro specie frutticole più diffuse al mondo, insieme a vite, olivo e agrumi.

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