La guida per crescere
il Girasole
Il Girasole è originaria del Sud-America ed è largamente coltivata a livello mondiale, seconda alla soia. In Italia è presente soprattutto nell'Italia centrale.
I nostri consigli per coltivare al meglio il girasole
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Il girasole è originario del centro-sud America. Le tribù indigene, come gli Aztechi, lo coltivavano per le sue proprietà nutritive e per i semi. Nel 1.500, fu portato in Europa dai primi esploratori, dove venne studiato e coltivato per i suoi fiori ornamentali.
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Il girasole può essere coltivato in condizioni di siccità, purché i terreni abbiano un’ottima ritenzione idrica.
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Cresce e prospera nelle regioni centrali-meridionali, in cui la piovosità estiva può essere irregolare (deve essere integrata con l’irrigazione).
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Si sconsigliano terreni troppo sciolti (non hanno buona ritenzione idrica) o eccessivamente compatti, specialmente se non sono stati adeguatamente preparati e mancano di una struttura del suolo equilibrata.
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Il pH ideale del terreno è compreso tra 6-7,2.
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Nonostante sia una pianta dalle elevate esigenze idriche, il girasole ha una grande capacità di adattamento in caso di siccità: riesce a sfruttare l'umidità presente negli strati più profondi del terreno grazie al suo apparato radicale (può estendersi fino a 1,5-2 m di profondità).
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Cresce meglio in climi temperati con estati calde e inverni freschi. La temperatura ottimale è tra 20-25°C (tollera temperature sia molto alte sia molto basse).
Classificazione
Famiglia | Asteraceae |
Genere | Helianthus |
Specie | Helianthus annuus L. |
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione.
Caratteristiche botaniche
Il girasole è una pianta annuale di notevole sviluppo, caratterizzata da un lungo apparato radicale fittonante, sul quale si sviluppano radici laterali. Il suo fusto può raggiungere notevoli altezze, arrivando fino a circa 2 metri nelle varietà coltivate per l’estrazione dell’olio. Il culmo della pianta è eretto e solo quando l’infiorescenza matura, tende a curvarsi nella parte terminale a causa dell’aumento del peso dell’infiorescenza stessa.
Sul fusto sono inserite le foglie, che presentano una superficie ruvida su entrambe le facce. Le foglie sono dotate di un lungo picciolo e variano di forma in base alla loro posizione sulla pianta. Le prime coppie di foglie sono opposte, mentre successivamente diventano disposte in modo alternato.
L’apice del culmo termina con l’infiorescenza o calatide, che può variare notevolmente nelle dimensioni, con un diametro medio che oscilla tra 10 e 40 centimetri. Questa infiorescenza è contraddistinta esternamente da una corona di fiori sterili, con grandi ligule gialle che spesso vengono erroneamente considerate come parte della corolla. All’interno di questa corona di fiori sterili, si trovano i fiori fertili più piccoli e ermafroditi. Il numero totale di fiori presenti nell’infiorescenza varia da 500 a 3.000, ma può arrivare fino a 8.000 nelle varietà non utilizzate per l’estrazione dell’olio. La fioritura avviene in modo graduale, con i fiori che si schiudono dal bordo verso il centro.
Dopo la fecondazione, si sviluppa un frutto secco indeiscente noto come “achenio,” spesso impropriamente chiamato seme. Gli acheni hanno dimensioni e forme variabili, ma in media, 1.000 semi pesano tra 60 e 90 grammi. La caratteristica più distintiva del girasole è il suo eliotropismo, il comportamento di seguire il movimento del sole durante il giorno. Questo fenomeno riguarda l’infiorescenza durante la fase di sviluppo e le giovani foglie. Tuttavia, con l’arrivo della fioritura, la maggior parte dei fiori smette di seguire il sole e rimane orientata verso est-sud-est.
Ruolo dei nutrienti
Azoto
Solo una parte limitata del fabbisogno di azoto del girasole può essere soddisfatta dalle riserve presenti nel suolo (spesso residui della coltura precedente e dalla mineralizzazione della sostanza organica).
Tuttavia, dato che il girasole segue cereali autunno-vernini in avvicendamenti in cui non vi sono concimazioni di arricchimento o organiche, le quantità di azoto nel suolo sono limitate. Queste rimanenze vengono assorbite precocemente e promuovono lo sviluppo delle foglie e la formazione dei semi.
L’eccesso di azoto raramente comporta un aumento significativo della produzione, ma può portare a un maggiore sviluppo delle parti vegetative, un aumento dei consumi idrici e il rischio di lisciviazione di N.
Fosforo
Il girasole ha esigenze modeste di fosforo, che varia in base a quanti acheni (semi) produce.
La concimazione fosfatica dipende dalla disponibilità di P del terreno rilevata dall’analisi chimica e dalla valutazione agronomica fatta prima della semina.
Se i livelli di fosforo nel terreno fossero bassi, occorrerebbe procedere a “concimazioni di arricchimento”, con dosi da valutare a seconda dei casi.
Potassio
Il girasole è molto esigente di potassio, soprattutto nel periodo che va fino alla fioritura. Nonostante livelli di assorbimento elevato, le asportazioni dal terreno sono piuttosto modeste (10% del totale). Questo accade perché la maggior parte del potassio assorbito viene trattenuto nei tessuti degli steli, e quindi viene reintegrato con l’interramento dei residui colturali.
Fosforo e potassio vanno distribuiti al momento della preparazione del letto di semina.
Calcio & Magnesio
Il Calcio e il Magnesio sono generalmente presenti in quantità sufficiente nel terreno per supportare la pianta durante il ciclo di crescita, garantendo l’ottimale attività fotosintetica, una migliore crescita dell’apparato radicale e l’aumento della resistenza alle malattie biotiche e abiotiche.
È necessario intervenire con apporti solo ed esclusivamente in caso di particolari carenze rilevate dalle analisi del terreno.