Crescere il Cocomero
Consigli sulla nutrizione
Il cocomero viene coltivato in Italia su una superficie che si estende per circa 12-13.000 ha, prevalentemente in Lazio, Puglia, Sicilia, Lombardia, Campania ed Emilia-Romagna.
I nostri consigli per crescere al meglio il cocomero
(Citrullus lanatus)
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Il cocomero è originario dell'Africa, in particolare della regione del deserto del Kalahari, dove cresceva come una pianta selvatica. Le prime testimonianze della coltivazione del cocomero risalgono all'antico Egitto, intorno al 2000 a.C., dove veniva rappresentato in geroglifici e deposto nelle tombe dei faraoni come fonte di acqua nell'aldilà. Oggi, è amato in tutto il mondo per il suo sapore dolce e rinfrescante, diventando un simbolo dell'estate e un elemento fondamentale in molte tradizioni culinarie.
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Il range ottimale di temperature è 24-30 °C di giorno e 15-20 °C di notte. Per questo, i trapianti in pieno campo avvengono in primavera inoltrata, con anticipi in ambiente protetto. Se le temperature di aria e suolo fossero troppo basse, potrebbero a forti stress abiotici e ad un successivo arresto vegetativo.
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Predilige terreni con pH sub-acido (6-6,5), ma cresce bene anche in condizioni più alcaline. Le massime performance possono essere raggiunte in terreni fertili, profondi e ricchi di sostanza organica ben umificata. Sono da evitare terreni con scarsa capacità drenante, compatti e contenenti eccessive percentuali di argilla.
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Il cocomero è moderatamente tollerante alla salinità (massimo 2,2-2,5 dS/m).
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La radice del cocomero può raggiungere una profondità di 70-80 cm, tuttavia nelle coltivazioni con pacciamatura la radice predilige uno sviluppo più superficiale e si concentra nei primi 50 cm di profondità.
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La gestione idrica deve essere oculata per evitare stress che possono portare ad aborti fiorali, cascola dei frutticini allegati e a difetti nel frutto (es. cavità centrali). Nel cocomero, l’acqua facilmente utilizzabile nel suolo corrisponde a circa il 50% dell’acqua disponibile (la quale varia in funzione della tessitura – da 0,8% a 20% passando da un terreno sabbioso ad uno argilloso). Al contrario, l’eccesso può provocare decadimenti qualitativi.
Classificazione
Famiglia | Cucurbitaceae |
Genere | Citrullus |
Specie | Citrullus lanatus M. |
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, e un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione.
Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.
Caratteristiche botaniche
Il cocomero è una pianta erbacea annuale caratterizzata da uno stelo che si ramifica rapidamente in altri steli striscianti sul terreno, lunghi fino a diversi metri e dotati di viticci. Le radici sono molto sviluppate, sia in superficie che in profondità. Le foglie sono grandi, picciolate, con un lembo profondamente lobato e di colore verde grigiastro, con una superficie tormentosa.
Di solito, la pianta di cocomero è monoica, cioè porta fiori maschili e femminili separati, anche se esistono varietà andromonoiche con fiori maschili e fiori fertili ermafroditi. I fiori maschili appaiono per primi e superano numericamente quelli femminili con un rapporto di 7:1. L’impollinazione è entomofila (effettuata dalle api) e l’allogamia è la norma. Dopo 40-50 giorni dalla fecondazione, i frutti raggiungono la maturazione.
Il frutto del cocomero è un peponide, in cui epicarpo, mesocarpo ed endocarpo sono saldati insieme. Si distingue tra la “buccia”, esternamente liscia e coriacea, e la “polpa”, che riempie completamente il frutto e contiene numerosi semi appiattiti, del peso di 35-100 mg. In alcuni paesi, questi semi vengono salati, tostati e consumati come snack.
L’aspetto, la forma e le dimensioni dei frutti variano notevolmente a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione. Il peso di un frutto può variare da 2 a 15 kg, la forma può essere sferica o allungata, e il colore esterno può essere verde chiaro, verde scuro o con striature di entrambi i colori. La polpa è generalmente rossa, ma esistono anche varietà con polpa gialla o bianca.
Esigenze e fabbisogni nutritivi
Si caratterizza per asportazioni NPK in rapporto medio di 2,8-1-4,5.
- Durante le 3-4 settimane prima della fioritura e allegagione, gli apporti di elementi nutritivi devono essere ridotti, con particolare riferimento all’azoto, per evitare scarsa fioritura e allegagione e/o cascola dei frutticini. Può essere applicato un leggero stress idrico controllato. In questa fase l’elemento più importante è il fosforo per una buona radicazione.
- Una volta allegati i frutti, inizia una fase di assorbimento esponenziale degli elementi nutritivi (azoto, potassio, calcio e magnesio).
- Il potassio evidenzia il picco di assorbimento da parte della pianta tra la fine della divisione cellulare e l’inizio della distensione. La massima traslocazione degli zuccheri ai frutti avviene nei 15-30 giorni prima della raccolta. È importante apportarlo in anticipo per evitare spaccature nei frutti e decadimenti qualitativi.
- Il calcio viene assorbito in grandi quantità nei primi 20 giorni dopo l’allegagione e svolge un ruolo essenziale per la qualità e la shelf life del prodotto finale.
- Il magnesio ha picchi di assorbimento simili al calcio e risulta un elemento fondamentale per il corretto svolgimento della fotosintesi.
Azoto
Anche per il cocomero coltivato in ambiente protetto, è fondamentale evitare un’eccessiva crescita vegetativa iniziale. Questo implica la necessità di controllare gli apporti di azoto, specialmente quando il cocomero è innestato. È importante evitare eccessi di azoto tra il trapianto e l’allegagione dei primi frutti, frazionare l’apporto di azoto durante tutto il ciclo colturale e mantenere un equilibrio con la dotazione di fosforo e potassio.
Le carenze di fosforo determinano un ingiallimento diffuso dei lembi e delle nervature fogliari. I frutti risultano di taglia ridotta, di forma allungata e assumono un colore molto chiaro, con la polpa pallida e insipida.
La concimazione del cocomero prevede la somministrazione di 120-180 kg/ha di azoto, distribuito parte alla semina e parte in copertura durante l’allungamento dei fusti e dopo l’allegagione, preferibilmente tramite fertirrigazione.
Fosforo
Il fosforo è un elemento essenziale che interviene nella crescita delle radici, nella fioritura e nella fecondazione. I principali sintomi di carenza di fosforo si manifestano con un nanismo generalizzato della pianta. Per il cocomero, la concimazione fosforica richiede un apporto di 80-100 kg/ha di P2O5. È pertanto fondamentale garantire la disponibilità di fosforo, utilizzando concimi che lo contengano in forma solubile e distribuirlo tramite fertirrigazione.
Potassio
Il potassio influisce significativamente sulla qualità dei frutti del cocomero, nonché sulla loro resistenza alle malattie e alla spaccatura. La dose standard di potassio, espressa come K2O, è di 150-200 kg/ha in terreni poveri e 100-150 kg/ha in terreni ben dotati, con possibilità di adeguamenti in base alle diverse condizioni colturali. Il cocomero preferisce fertilizzanti esenti da cloro, come il nitrato di potassio (KNO3) e il solfato di potassio (K2SO4).
Calcio
Il calcio è un componente importante per la struttura delle pareti cellulari e stabilizza le membrane cellulari. Inoltre, influisce direttamente sul bilancio salino nelle cellule vegetali e attiva il potassio per regolare l’apertura e la chiusura degli stomi, facilitando il movimento dell’acqua nella pianta.
I sintomi di carenza di calcio nel cocomero si manifestano con un disseccamento dei germogli terminali, che provoca l’arresto della crescita della pianta. Applicazioni fogliari di prodotti a base di calcio possono dare buoni risultati nel correggere questa carenza.
Magnesio
Le carenze di magnesio si manifestano con una clorosi delle foglie dopo il trapianto e durante la vegetazione. Applicazioni fogliari di prodotti a base di magnesio, come il solfato di magnesio, sono un rimedio efficace per correggere queste carenze.
Guide & Articoli
Prodotti consigliati
Per le raccomandazioni su quando utilizzare questi prodotti, consultate il piano di concimazione.