Guida completa alla concimazione della vite da vino

La concimazione della vite da vino diventa semplice se si seguono determinati consigli. In questa guida troverai tutto ciò che ti serve sapere per concimare la vite da vino.

Gennaio 30, 2025
9 min
Andrea Ghirotti | Agronomist & Business Developer

La coltivazione della vite da vino

La vite è una pianta che ha da sempre avuto un legame profondo con l’uomo, il quale ha imparato a coltivarla fin dalle origini della sua civiltà.

Sebbene le prime testimonianze di consumo di acini d’uva e del loro pregiato succo risalgano all’era preistorica del Neolitico, fu solo alcuni millenni dopo che l’uomo perfezionò l’arte della coltivazione della vite, per ottenere sia uva da tavola che vino, un bene prelibato che, ancora oggi, continua a rappresentare una passione senza tempo.

Popoli come quelli del Medio Oriente, della Mesopotamia, gli Egizi, i Turchi, e successivamente Greci, Etruschi e Romani, perfezionarono le tecniche di viticoltura. Con il tempo, svilupparono anche il processo di fermentazione del succo d’uva, dando vita a una straordinaria varietà di vini, un’arte che è giunta fino ai giorni nostri, passando di generazione in generazione.

 

La vite: tutta la qualità del vino made in Italy

L’Italia, con oltre 700.000 ha dedicati alla coltivazione di vite da vino, si posiziona sul podio a livello globale per la produzione di vini, con brand conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

La vite viene coltivata da nord a sud e le caratteristiche di ogni vino vengono definite a partire dalla complessa interazione tra cultivar, portinnesto, tipologia di terreno e clima.

La vite da vino risulta piuttosto rustica e si adatta a diverse condizioni pedo-climatiche, tuttavia si caratterizza per alcuni aspetti agronomici peculiari:

  • Nei mesi invernali, tollera fino a -16/-18 °C, purché i freddi non siano improvvisi e siano alternati a giornate calde.
  • I livelli termici ottimali per il germogliamento sono di 9/10°C, per la fioritura sono di 18/22°C e per l’invaiatura di 22/26°C.
  • La temperatura ottimale per la maturazione è di circa 20/24°C.
  • Ritorni di freddo in fase di germogliamento possono provocare danni con perdite di produzione, anche totali.
  • Ha un’ottima capacità di adattamento a diversi suoli, anche grazie ai diversi portinnesti disponibili, tuttavia predilige terreni con pH tra 6 e 8, di medio impasto e ben drenati. Sono da evitare suoli eccessivamente sabbiosi, salini e asfittici.
  • Ha una tolleranza medio-bassa alla salinità. Una corretta gestione agronomica e nutrizionale consente tuttavia di produrre uve di qualità anche in condizioni difficili.
  • Richiede una buona esposizione al sole e stagioni estive abbastanza lunghe e calde per consentire la completa maturazione dei grappoli.

Per saperne di più, scarica il piano di concimazione per la vite da vino!

 

Asportazioni colturali della vite da vino

La vite si caratterizza per asportazioni NPK in rapporto di circa 2:1:3, tuttavia la gestione della fertilizzazione e gli apporti di macro e meso elementi devono essere eseguiti tenendo conto del carico produttivo e soprattutto della cultivar e dell’obiettivo enologico.

Inoltre, è bene considerare che, se la fertilizzazione avviene mediante l’impiego di tecniche ad elevata efficienza (come fertirrigazione proporzionale, integrazione fogliare ed impiego di concimi granulari a cessione controllata), è possibile ridurre le unità distribuite rispetto ad una gestione “tradizionale”.

  • È bene monitorare e prevenire le microcarenze, soprattutto in prossimità della fioritura;
  • Gli apporti di calcio finalizzati all’accumulo nel grappolo devono essere concentrati dalla fioritura alla chiusura grappolo;
  • È bene prevenire la carenza di magnesio, specialmente nelle cultivars sensibili, per evitare fisiopatie quali il disseccamento apicale del rachide.

In base all’obiettivo enologico ed alla produzione stimata, gli apporti di nutrienti dovranno essere differenziati.

Per saperne di più, scarica il piano di concimazione per la vite da vino!

 

Concimazione della vite da vino: ecco come fare

Gli obiettivi della concimazione della vite da vino sono:

  • Allungamento del rachide.
  • Riduzione dell’acinellatura.
  • Miglioramento dei parametri qualitativi (°Brix, acidità, APA).
  • Prevenzione delle clorosi e stimolo dell’apparato radicale.
  • Riduzione degli stress abiotici.

 

Stadi di crescita della vite da vino

Stadi di crescita della vite da vino.

 

I migliori concimi per la vite di vino e le fasi di crescita sono:

  • Germogliamento: durante questa fase, è consigliato l’utilizzo con applicazione al suolo di Agromaster NPK 12-8-16+Ca+Mg+S (>52% CRN) oppure PLUS NPK 12-5-18+Ca+Mg+S. Questi due prodotti garantiscono un apporto di elementi nutritivi con azoto a cessione controllata (Agromaster) o a pronta cessione (PLUS) e integrazione di mesoelementi quali calcio, magnesio e zolfo
  • Da germogli 10 cm a pre-fioritura: si consiglia l’utilizzo di Nova PeKacid in fertirrigazione per la pulizia ali gocciolanti, acidificazione acqua, stimolo apparato radicale. Inoltre, si consiglia la miscela di Nova Mag-N, Nutri Liquid Barkoret e BEOZ FIRESTONE per favorire la pinta vegetativa, prevenire clorosi e stimolare l’apparato radicale. Per via fogliare invece, per favorire l’allungamento rachide e la prevenzione delle microcarenze in fase di fioritura, utilizzare la soluzione formata da BEOZ ADAMITE e Micromax.
  • Pre-fioritura, fioritura e allegagione: per favorire l’allegagione e prevenire l’acinellatura, si consiglia BEOZ ADAMITE miscelato con Agroleaf® Liquid B11, con applicazione fogliare.
  • Da fioritura a chiusura grappolo: utilizzare in fertirrigazione NovAcid 12-6-28+7,4CaO+TE e per via fogliare Agroleaf Power Calcium per favorire il riempimento grappolo e l’accumulo di calcio e potassio negli acini per incrementare grado zuccherino ed elasticità della buccia.
  • Da chiusura grappolo a maturazione: utilizzare Solinure FX 10-10-40 per il contenimento vigoria, l’incremento grado zuccherino e l’uniformità di maturazione in fertirrigazione. Per via fogliare, invece, utilizza la miscela di BEOZ ADAMITE e Agroleaf Power High K per incrementare l’attività fotosintetica, aumentare il peso degli acini e il grado zuccherino.
  • Post-raccolta: utilizza Polysulphate oppure PLUS NPK 10-10-16+Ca+Mg+S per favorire l’accumulo delle riserve per la primavera successiva.

Per saperne di più, scarica il piano di concimazione della vite da vino!

 

Dove e come piantare la vite 

Per piantare una vite, è fondamentale scegliere un luogo ben soleggiato, poiché la pianta necessita di molta luce per crescere e produrre frutti di qualità. Le piantine di vite che vengono piantate sono chiamate “barbatelle”, e si caratterizzano per un fusticino con due gemme, poiché sono innestate.

Il periodo migliore per piantare la vite è durante il riposo vegetativo, tra l’autunno e la fine dell’inverno, evitando i periodi di gelate. Questo consente alle barbatelle di radicarsi bene prima che arrivi la stagione vegetativa.

Per il trapianto, è necessario scavare una buca sufficientemente profonda, sistemando la pianta in posizione verticale. È consigliabile arricchire il terreno con compost o letame maturo, da mescolare con gli strati superficiali della terra estratta dalla buca, per garantire una buona fertilizzazione di fondo e favorire la crescita sana della pianta.

L’impianto di un vigneto

Se si dispone di una superficie abbastanza estesa per la produzione di vino e si gestisce un’azienda agricola, è fondamentale progettare accuratamente l’impianto del vigneto. In questa fase è consigliabile avvalersi della consulenza di un tecnico specializzato che possa guidarci e aiutarci a evitare errori che potrebbero avere ripercussioni per molti anni.

Se ci troviamo in una zona tradizionalmente vocata alla coltivazione della vite, è probabile che il terreno abbia già ospitato in passato questa coltura. Tuttavia, per ragioni fitosanitarie, sarebbe opportuno attendere almeno qualche anno tra l’espianto di un vigneto e l’impianto di uno nuovo. È importante quindi considerare anche la storia recente del terreno e consultarsi con un esperto per prendere la decisione migliore.

Fasi dell’impianto

  1. Tracciare i filari: Il primo passo è definire l’orientamento e la disposizione dei filari.
  2. Installazione dei pali: Si devono predisporre pali di legno, cemento o ferro zincato, che serviranno come supporto per i fili metallici.
  3. Fili metallici: I fili, di solito in acciaio inox, devono essere tesi lungo tutta la lunghezza dei filari per sostenere le viti man mano che crescono.
  4. Piantare le barbatelle: Si può ricorrere all’uso di contoterzisti con macchine trapiantatrici specializzate per mettere a dimora le piante.

La cantina

Per il processo di vinificazione, non è strettamente necessario possedere una propria cantina. Se si è situati in una zona vocata, esistono cantine sociali dove è possibile conferire l’uva. In seguito, si potrà valutare se investire in una cantina propria per il processo di trasformazione.

Sesti di impianto

Determinare il sesto di impianto ideale per la vite non è semplice, poiché dipende da vari fattori, come il tipo di terreno, il clima e la varietà di vite scelta. In genere, per i vigneti da vino, un buon parametro è di circa 3000-4000 piante per ettaro (300-400 piante per 1000 mq), ma la distanza esatta tra le piante dipende dalla combinazione di varietà e portinnesto, oltre alle tecniche di coltivazione adottate.

Per forme di allevamento come il cordone speronato o il Guyot, solitamente si adottano distanze di 2,5-3 metri tra i filari e di 80-120 cm tra una pianta e l’altra lungo la fila.

Irrigazione

La vite è una pianta resistente alla siccità, ma le piante giovani, con radici ancora poco sviluppate, sono più vulnerabili e necessitano di un’adeguata disponibilità di acqua. Garantire il giusto approvvigionamento idrico è fondamentale per il loro sviluppo, specialmente nei primi anni di vita.

Un sistema di irrigazione a goccia, con tubi distesi lungo tutto il filare, è un metodo molto efficiente per fornire l’acqua in modo mirato. Oltre a questo, la pacciamatura è una pratica utile per ridurre l’evaporazione dell’acqua e impedire la crescita di erba direttamente attorno alla pianta. Sebbene l’inerbimento, che consiste nell’introdurre erba tra i filari, sia altamente raccomandato per favorire la biodiversità, bisogna considerare che nei primi anni potrebbe competere per l’acqua con la vite.

Gestione degli spazi tra i filari

La viticoltura viene praticata principalmente in terreni collinari, dove il rischio di erosione è un fattore importante da considerare. I terreni lavorati, lasciati nudi, sono molto suscettibili a questo fenomeno, che porta alla perdita di suolo. Per questo motivo, mantenere gli spazi tra i filari inerbiti è una buona pratica, che può essere realizzata sia lasciando che nasca erba spontanea, sia seminando essenze miste specifiche. Queste essenze, oltre a proteggere il suolo, migliorano le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del terreno. È preferibile utilizzare miscugli di piante che siano resistenti al calpestio, alla siccità o al freddo, e che includano leguminose, che migliorano la fertilità del terreno.

Le piante erbacee attirano anche insetti utili, contribuendo così alla protezione della vigna contro vari parassiti. Un altro metodo utile è il sovescio, che può essere praticato in alternativa alla pacciamatura, soprattutto in caso di difficoltà a reperire letame o compost. Il sovescio aiuta ad aumentare la sostanza organica del terreno e migliora la struttura del suolo.

Gestione in zone siccitose

In zone con scarse precipitazioni, l’erba tra i filari può competere con la pianta per l’acqua, riducendo l’efficacia della coltivazione. In tali casi, è importante adottare strategie di gestione mirate, come:

  • Sovescio alternato ogni anno.
  • Inerbimento solo dopo i primi 3 anni di impianto.
  • Inerbimento parziale, limitato a determinati periodi o solo nell’interfila.

Inoltre, gli sfalci dell’erba possono essere utilizzati come una sorta di pacciamatura naturale intorno alle piante, migliorando ulteriormente la gestione dell’umidità del suolo.

Questi accorgimenti contribuiranno a mantenere il vigneto sano e produttivo nel lungo periodo, ottimizzando l’uso delle risorse naturali disponibili.

 

Le Indicazioni sono di carattere generale da modulare in base alla fertilità del terreno, allo sviluppo vegeto-produttivo e alla potenziale resa. Per interventi specifici, comparsa di carenze e/o soluzioni applicative diverse consultare l’esperto ICL di zona o di riferimento.

 

Vuoi saperne di più? Vai alla pagina della coltura.

Vuoi avere informazioni su altri piani colturali? Visita la pagina iGrow del nostro sito.