La guida per crescere
il Ciliegio
Il ciliegio è una pianta dal grande valore storico e agricolo, coltivata in Italia soprattutto in regioni come Emilia-Romagna, Veneto e Puglia. L’Italia si colloca tra i principali produttori a livello europeo, grazie anche alla recente diffusione di nuovi impianti in diverse aree del Paese, che ne rafforzano la presenza e l’importanza nel settore agricolo.
I nostri consigli per crescere al meglio il ciliegio
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Il ciliegio è originario dell'Asia Minore, delle regioni del Caucaso e dell'Europa orientale. Si ritiene che la sua domesticazione sia avvenuta intorno al 3000 a.C., quando le prime cultivar venivano coltivate in queste aree.
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Del ciliegio fanno parte due specie: “Prunus avium”, il ciliegio dolce, molto diffuso in Italia, con portamento assurgente, ed il “Prunus cerasus”, il ciliegio acido o “Amarena”, con un portamento più cespuglioso e pollonifero, diffuso per lo più nel nord Europa.
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Ha un elevato fabbisogno in freddo.
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Ha una certa sensibilità a ristagni idrici: vanno evitate le zone dove sono frequenti le piogge prolungate nel periodo di fioritura perché ne ostacolano l’allegagione, e durante la maturazione dei frutti poiché ne provocano la spaccatura (grosso problema per il ciliegio dolce)
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I terreni più idonei per il ciliegio - quando innestato su franco di ciliegio dolce - sono quelli permeabili, profondi, con buona capacità idrica, con sottosuolo drenante.
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Sono da evitare i suoli soggetti a ristagni di umidità e poco profondi.
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I valori ottimali di pH sono quelli compresi tra 6,5 e 7,2.
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La raccolta si svolge in maggio-luglio e si basa sugli indici del colore della buccia e del residuo secco rifrattometrico.
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Impianti di ciliegio, forme a monoasse e assi multipli
![](https://multisite-assets.icl-growingsolutions.com/wp-content/uploads/sites/36/2024/12/06150035/CROPS_cherry-2_Before-and-After-images_486x273.jpg)
Messa a dimora della pianta
Classificazione
Famiglia | Rosaceae |
Genere | Prunus |
Specie | Prunus avium L. |
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, e un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione.
Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.
Varietà e portinnesti
Per la scelta delle cultivar, si fa riferimento alle Liste di orientamento varietale del Progetto finalizzato MiPAF. Tra le varietà più comuni si ricordano:
- Early Lory: precoce.
- Giorgia: varietà media.
- Adriana: media.
- Van: varietà tradizionale.
- Ferrovia: tipica delle zone meridionali.
- Lapins: precoce.
- Sweet Heart: tardiva, tipica del centro-nord.
Esistono anche varietà adatte alla raccolta meccanica, come Katilin.
I portinnesti più comuni sono:
- Franco di ciliegio dolce: sensibile a calcare, siccità e stanchezza del terreno, ma conferisce elevata vigoria.
- Colt: ibrido, più resistente al calcare e alla stanchezza del terreno.
- Magaleppo: portinnesto da Prunus mahaleb, adatto per zone calde.
- CAB 6P: cerasus, unico per la resistenza all’asfissia; meno vigoroso ma più pollonifero.
- Gisela (P. cerasus x P. canescens): portinnesti nanizzanti ottenuti presso l’Università di Giessen in Germania. I più usati sono Gisela 5® e Gisela 6®.
- MaxMa 14: ibrido mahaleb x avium, con media resistenza all’asfissia e elevata ramificazione.
La propagazione avviene principalmente per talea, mentre i portinnesti si ottengono da seme e propaggine.
Tecnica colturale
L’impianto è caratterizzato da un’inerbatura controllata sull’interfila, mentre l’irrigazione è assente, ma è necessario garantire un adeguato drenaggio per evitare il ristagno dell’acqua. La concimazione si basa su considerazioni ambientali, la frequenza delle malattie e altre variabili, con particolare attenzione a non eccedere nelle dosi di azoto (40-60 kg/ha/anno) e a limitare l’apporto di fosforo. La fertirrigazione sta diventando sempre più comune.
Le forme di allevamento variano a seconda del tipo di raccolta: per quella meccanica, si utilizzano il vaso (sesto 6-7 x 6 m) o il monocono (6-7 x 4-5 m), mentre per la raccolta manuale si preferiscono forme a parete come la palmetta (5,5 x 6 m) con densità di 500-600 piante/ha, o forme come la bandiera e il ventaglio semplificato. Per le forme a parete, si adotta anche il vaso a tre branche (6-7 x 6-7 m). La tendenza attuale è orientata verso impianti ad alta densità, con 800-1.000 piante/ha, utilizzando ad esempio il vasetto basso (4 x 3 m), simile al vaso ritardato del pesco.
La potatura ha l’obiettivo di contenere lo sviluppo vegetativo (soprattutto nelle varietà di P. avium, che tendono a crescere eccessivamente verso l’alto), rinnovare le formazioni fruttifere già produttive e favorire l’ingresso di luce nella chioma.
Esigenze e fabbisogni nutritivi
Azoto
L’azoto è un elemento cruciale per lo sviluppo del ciliegio, ma va somministrato con attenzione per evitare problemi come la predisposizione dei frutti alle spaccature, soprattutto in seguito a piogge.
Una carenza di azoto può causare un insufficiente rinnovo vegetativo, ingiallimento delle foglie e un aumento della cascola dei frutti. Al contrario, un eccesso di azoto può ridurre l’intensità del colore dei frutti e ritardarne la maturazione. Questi effetti negativi possono essere bilanciati con una corretta concimazione potassica.
Concimazione di allevamento:
- L’azoto va somministrato in più fasi durante la ripresa vegetativa, con intervalli di 2-4 settimane tra un trattamento e l’altro.
Concimazione di produzione:
- Prima della fioritura: somministrare il 30-40% di azoto 30-40 giorni prima della fioritura (in forma ammoniacale) e un altro 30-40% 10-20 giorni prima della fioritura (in forma nitrica).
- Dopo l’allegagione: distribuire il 20-30% di azoto.
- Post-raccolta: applicare il restante 30-50% nei mesi di luglio o settembre.
Fosforo
Il fosforo è essenziale per i processi fotosintetici e respiratori, favorisce la fioritura e supporta lo sviluppo dell’apparato radicale.
Un’analisi del terreno è fondamentale per definire il piano ottimale di concimazione fosfatica e potassica. La concimazione di fondo effettuata all’impianto del frutteto è spesso sufficiente per coprire le esigenze della coltura per buona parte della sua vita. In caso contrario, si possono prevedere interventi ogni 2-3 anni.
Nei terreni poveri di fosforo o dove questo elemento è difficilmente assimilabile, è vantaggioso integrare il fosforo tramite fertirrigazione e/o applicazioni fogliari, per garantirne una maggiore disponibilità alle piante.
Potassio
Il potassio è fondamentale durante la fase produttiva, poiché influisce positivamente su alcune caratteristiche qualitative della ciliegia, come la colorazione, l’acidità, la sintesi e il contenuto di zuccheri. Inoltre, contribuisce a migliorare la vitalità del polline e aumenta la resistenza della pianta al freddo.
L’assorbimento del potassio avviene precocemente, e la sua carenza può manifestarsi già nelle prime fasi della ripresa vegetativa, quando c’è una forte competizione tra germogli, fiori e i successivi frutticini. Per questo motivo, è consigliabile somministrarlo poco prima della ripresa vegetativa del frutteto.
È importante considerare che le carenze di potassio non si verificano solo in terreni con bassa dotazione di questo elemento, ma anche in anni di elevata produzione e nei periodi immediatamente successivi.
Nel caso in cui si utilizzi la fertirrigazione, la distribuzione del potassio può essere posticipata e frazionata, adattandola alle necessità specifiche del frutteto.
Calcio
La principale funzione del calcio nella pianta è quella di migliorare la resistenza meccanica dei tessuti vegetali. Il ciliegio è una specie particolarmente esigente in calcio.
Negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse per i prodotti a base di calcio applicati via foglia, in particolare il Cloruro di Calcio o prodotti simili. Questo interesse è legato principalmente alla possibilità di ridurre l’incidenza della spaccatura dei frutti, nota come “cracking“, una fitopatia che, soprattutto vicino alla raccolta, causa spesso ingenti danni ai frutti.
Magnesio
Il magnesio è un componente fondamentale della clorofilla ed è essenziale per la fotosintesi.
La carenza di magnesio influisce negativamente sull’efficienza dell’apparato fogliare, causando clorosi, che si manifesta principalmente nella zona prossimale alle nervature della lamina fogliare.
Inizialmente, l’area internervale può mantenere una colorazione verde scuro, ma con il progredire della carenza, anche questa zona tende a scolorirsi.