Coltivare la vite da vino
Consigli sulla nutrizione
La vite ha origini nel bacino del Mediterraneo. Più della metà della produzione mondiale avviene in Europa, di cui un terzo in Italia, che si posiziona come primo produttore europeo.
I nostri consigli per coltivare al meglio il vigneto
(Vitis vinifera)
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La produzione del vino risale ad epoche antichissime. In Italia, la viticoltura si diffuse dall’età del bronzo in poi. Oggi, il vino è diventato messaggero di storia, cultura e tradizione del territorio di produzione poiché le sue caratteristiche qualitative sono determinate dall'influenza dei fattori pedoclimatici, dalla tecnica colturale, dal binomio varietà-ambiente.
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La vite è in grado di adattarsi ai terreni più svariati, se la profondità, l’impasto e le condizioni idriche sono favorevoli. Può crescere anche in terreni con scarsa fertilità ma sempre ben drenati.
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Nei terreni con un pH superiore a 7,5, possono insorgere carenze di fosforo e di altri nutrienti.
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Le piogge, sia troppo abbondanti che scarse, durante il periodo di maturazione possono provocare diverse malattie fungine.
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L'irrigazione a goccia ottimizza l'apporto idrico per la produzione di uva. Oggi è il principale metodo di irrigazione negli ambienti a crescita intensiva, in quanto consente di prolungare i periodi di produzione, migliorare la qualità e aumentare il rendimento. Tuttavia, non è consentito in tutti i territori (es. in caso di indicazione geografica protetta).
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Benché la vite abbia una buona resistenza alla siccità, è frequente il caso in cui le piogge siano insufficienti a compensare le perdite, sia dovute all’evaporazione sia al consumo della pianta. Questo accade a maggior ragione dove i terreni sono superficiali, con un modesto strato attivo.
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Nel periodo che va dall’allegagione alla chiusura del grappolo, la disponibilità di acqua influisce sul numero di internodi, sulla dimensione delle foglie e dell’acino.
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Un moderato stress idrico è utile per assicurare una buona maturazione dell’acino, e quindi l’irrigazione non deve eliminare questo stress, ma solo ridurlo (stress controllato).
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Altri fattori da considerare per la scelta del sito sono la disponibilità di luce solare, l'assenza di vento forte e la possibilità di grandine.
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Nella scelta della zona adeguata in cui impiantare un vigneto, i fattori da tenere in considerazione sono i microclimi, l’aria e la capacità di drenaggio del terreno.
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La stagione estiva deve essere lunga e calda, così da consentire l’ottimale maturazione dei frutti e crescita vegetativa. La stagione invernale deve essere lunga e fredda per garantire un periodo di riposo vegetativo adeguato. Le gelate tardive primaverili rappresentano una minaccia poiché possono danneggiare e distruggere i grappoli floreali.
Vite da vino rosso
Vite da vino bianco
Classificazione
Famiglia | Vitaceae |
Genere | Vitis |
Specie | Vitis vinifera |
Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.
È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, e un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione.
Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione.
Caratteristiche botaniche
Le radici possono derivare da seme o da talea. Le radici fittonanti (dal seme) sono più grandi e danno origine a radici di ordine inferiore. Le radici avventizie (dalla talea), spesso vicino ai nodi, sono di tipo fascicolato e omogenee nel loro sviluppo.
Il fusto, ceppo o tronco ha una forma contorta ed è rivestito da un ritidoma che si sfalda longitudinalmente. Il fusto è generalmente verticale. Le ramificazioni sono chiamate germogli o pampini quando sono erbacei, tralci quando diventano lignificati (sarmenti quando sono staccati dalla pianta dopo la potatura). I tralci sono costituiti da nodi e internodi, che possono variare in numero e lunghezza.
Le foglie della vite sono disposte in modo distico e alternate. Ogni foglia è composta da un picciolo di lunghezza variabile e da una lamina palmato-lobata, con cinque nervature primarie che spesso si separano in altrettanti lobi, creando insenature. Le foglie possono essere a forma intera, trilobata o pentalobata. Presentano anche asimmetria ed eterofillia, il che significa che sullo stesso tralcio possono essere presenti foglie di forme diverse ed essere ricoperte di peli.
I viticci (o cirri) sono organi di sostegno che si sviluppano in modo volubile. Durante l’estate, sono erbacei, ma diventano lignificati alla fine del ciclo vegetativo.
I fiori della vite sono raggruppati in un’infiorescenza chiamata grappolo o racemo composto. Questa infiorescenza è situata sul tralcio in posizione opposta alla foglia. Ogni grappolo è costituito da un asse principale (rachide) con racimoli, divisi in vari ordini, l’ultimo dei quali è il pedicello che sostiene il fiore. Il numero di fiori per grappolo, come anche la tipologia e la forma finale è diversa a seconda della varietà.
Il frutto (acino) è composto da buccia (epicarpo), polpa (mesocarpo) ed endocarpo (che contiene i semi o vinaccioli). Gli acini sono disposti sui pedicelli, formando il raspo o graspo insieme alle ramificazioni del grappolo. La forma, le dimensioni, il colore e il sapore degli acini variano notevolmente in base alla varietà.
Requisiti nutrizionali
La vite mostra una minore predisposizione a carenze di minerali rispetto ad altre colture. Tuttavia, è essenziale basare le applicazioni di fosforo, potassio e calcio sui risultati delle analisi del terreno e delle analisi fogliari per garantirne un apporto ottimale.
L’azoto, un nutriente cruciale, dovrebbe essere applicato durante i periodi in cui la pianta è attivamente impegnata nell’assorbimento (fase di germogliamento-invaiatura) in modo da minimizzare le perdite a causa della lisciviazione. È consigliato suddividere le applicazioni di fertilizzanti azotati in diverse occasioni durante la stagione di crescita, cosa che risulta essere vantaggiosa rispetto a una singola applicazione in primavera.
Un piano di concimazione efficace dovrebbe essere personalizzato in base alle condizioni specifiche del vigneto, (suolo, clima, pratiche agricole adottate e varietà). Il costante monitoraggio attraverso analisi del terreno e delle foglie aiuta a garantire una produzione di uva di alta qualità e il benessere a lungo termine della coltura.
Dinamica dell’assorbimento dei nutrienti della vite nel corso di una stagione colturale
Si possono osservare le seguenti dinamiche:
L’assorbimento di N è basso a inizio stagione, per poi aumentare nella fase che precede l’allegagione. Diminuisce nella fase dell’accrescimento degli acini fino al momento della raccolta. Aumenta nuovamente nella fase post-raccolta.
La richiesta e il consumo di P seguono un andamento simile. L’assorbimento è minore nella fase che precede la raccolta; aumenta nella fase post-raccolta.
La richiesta di K da parte della pianta è maggiore nelle fasi iniziali della crescita, per poi diminuire nella fase che precede il raccolto. Nella fase post-raccolta, aumenta nuovamente.
Ruolo degli elementi nutritivi
Azoto
L’azoto è l’elemento nutritivo decisivo per lo sviluppo dell’apparato vegetativo, ma è anche il più difficile da gestire.
Un eccesso d’azoto influisce negativamente sulla qualità dell’uva, con una vegetazione più rigogliosa e una maggiore sensibilità alle malattie. La carenza, invece, non permette un equilibrato sviluppo, riducendo l’attività fotosintetica e la resa finale.
È importante tenere sempre a mente che l’apporto di azoto varia anche in base al tipo di vigneto.
Fosforo
Il fosforo è un altro elemento fondamentale e viene spesso somministrato oltre le reali necessità.
Un eccesso di fosforo può ridurre la capacità di assorbimento di altri elementi come ferro, manganese e zinco. La carenza, anche se rara, può causare dei gravi danni e compromettere lo sviluppo della pianta.
Potassio
Il potassio svolge un ruolo di contenimento degli effetti negativi dati da un eccesso di azoto, favorisce la produzione e aumenta il contenuto zuccherino nell’acino.
La carenza causa una qualità dell’uva inferiore.
Calcio
Il calcio è un elemento importante nel processo di lignificazione e di maturazione del legno, conferendo una maggiore tolleranza al freddo e alle gelate.
Mentre il calcio si accumula nelle foglie durante tutta la stagione di crescita, gli acini hanno un basso contenuto in Ca, che va a diminuire durante la maturazione. È fondamentale per l’elasticità della parete cellulare poiché riduce il rischio di spaccature che portano a un peggioramento qualitativo del mosto (soprattutto in caso di umidità elevata).
Sono consigliate applicazioni fogliari di prodotti contenenti calcio, in modo da mantenere la corretta consistenza degli acini.
Un apporto adeguato di calcio previene il marciume apicale dei frutti (BER). Inoltre, garantisce una maggior conservazione post vendita.
Magnesio
Il magnesio è uno dei principali componenti della molecola della clorofilla. Una carenza provoca una clorosi internervale sulle foglie, con un colore tendente al giallo pallido sui bordi esterni. Le nuove foglie appaiono invece gialle con macchie scure.
Il rapporto di potassio e magnesio nelle foglie è direttamente correlato alla frequenza dei sintomi da carenza di Ca e spesso si manifestano come disseccamento del rachide.
Ferro
Essenziale per le proteine e la sintesi della clorofilla. Fattore importante in molti enzimi, associato ai sistemi di trasferimento dell’energia e respiratorio.
Manganese
è responsabile della traslocazione degli zuccheri e dei carboidrati. Importante anche nel processo di impollinazione e produzione di sementi. Essenziale anche nella formazione delle pareti cellulari e nel processo di divisione cellulare. Aiuta anche l’assorbimento e l’utilizzo di Ca.
Zinco
Favorisce la produzione di auxina, un ormone della crescita essenziale. Promuove la sintesi delle proteine e della clorofilla. Necessario per la formazione dell’amido e per il corretto sviluppo della zona radicale.
Rame
Microelemento essenziale per il metabolismo delle piante, per la produzione dei carboidrati e che favorisce l’assorbimento di azoto. Componente di base degli enzimi coinvolti nella costruzione e conversione degli amminoacidi in strutture proteiche.
Molibdeno
Elemento che svolge una funzione di supporto nelle reazioni metaboliche e converte i nitrati in amminoacidi. Converte il fosforo inorganico in forme organiche.
Carenza di Azoto Carenza di Fosforo
Carenza di Magnesio
Carenza di Manganese Carenza di Ferro
Carenze di Zinco