Biostimolanti: soluzioni per migliorare la nutrizione e la resistenza delle colture

In ambito agricolo si sente parlare spesso di biostimolanti per incrementare le produzioni e migliorare la qualità delle colture, ma cosa sono esattamente?

Gennaio 31, 2025
4 min
Andrea Ghirotti | Agronomist & Business Developer

Le pratiche agronomiche tradizionali e la corretta gestione di irrigazione e nutrizione possono non essere sufficienti per raggiungere standard produttivi elevati. Fattori di tipo biotico e abiotico possono ridurre drasticamente il potenziale produttivo delle colture.

L’impiego di biostimolanti rappresenta una risposta concreta alle sfide dell’agricoltura moderna.

 

Che cosa sono i biostimolanti?

Il termine “biostimolante” è stato coniato per la prima volta nel 1997 da Zhang e Schmidt, ricercatori della Virginia Polytechnic Institute and State University, per descrivere quelle sostanze che, applicate in piccole quantità, favoriscono la crescita delle piante.

Da allora, il concetto di biostimolante è stato ampiamente discusso, e il suo utilizzo per aumentare la produttività e migliorare la qualità delle colture è diventato un tema di grande attualità. Ma cosa sono esattamente e come funzionano?

Nel corso dell’ultimo decennio, la definizione di biostimolante è stata oggetto di numerosi dibattiti, in parallelo con le modifiche al Regolamento CE 2003/2003 sui fertilizzanti, che mirano a creare una normativa armonizzata a livello europeo.

Il 25 giugno 2019 è stato pubblicato il nuovo Regolamento CE 2019/1009, che include ufficialmente la categoria dei biostimolanti e stabilisce le linee guida per la loro commercializzazione in Europa. In particolare, il Regolamento definisce il biostimolante delle piante come un prodotto fertilizzante che stimola i processi nutrizionali delle piante, indipendentemente dal contenuto di nutrienti, con l’obiettivo di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche delle piante o della loro rizosfera:

  • Efficacia nell’utilizzo dei nutrienti;
  • Tolleranza allo stress abiotico;
  • Miglioramento delle caratteristiche qualitative;
  • Aumento della disponibilità di nutrienti nel suolo o nella rizosfera.

Già da qualche decennio l’impiego di sostanze naturali in grado di intervenire a livello fisiologico sulla pianta è entrato a far parte delle pratiche agricole di coltivazione. Negli ultimi anni, la riduzione di sostanze attive e la diffusione di condizioni climatiche estreme hanno accelerato la ricerca e l’innovazione su questa categoria di prodotti.

Mentre in passato i formulati si caratterizzavano per una sola componente, spesso di origine animale, e un’attività generica, oggi sono stati studiati prodotti con meccanismi d’azione specifici.

 

I vantaggi dei biostimolanti

Gli estratti di alghe, utilizzati come biostimolanti, provengono da raccolte effettuate lungo le coste oceaniche, sia manualmente che meccanicamente. Le alghe vengono quindi sottoposte a un processo di lavaggio, taglio ed estrazione. Attraverso un processo di idrolisi a freddo o a temperature controllate, con o senza l’uso di solventi, vengono estratte le sostanze attive dalla matrice algale, responsabili dell’efficacia dei biostimolanti.

Questi estratti agiscono come biostimolanti, migliorando vari aspetti della crescita e della produttività delle piante:

  • Velocità di germinazione
  • Crescita generale
  • Sviluppo radicale e miglioramento del rapporto radici/parte aerea della pianta
  • Allegagione e formazione dei frutti
  • Produzione di raccolto
  • Qualità del prodotto finale
  • Resistenza agli stress ambientali come siccità, salinità e temperature estreme
  • Miglioramento nell’assorbimento di macro e micronutrienti

Tutti questi benefici sono attribuibili alla presenza di polifenoli, polisaccaridi e fitormoni come auxine e citokinine, che sono naturalmente presenti negli estratti d’alga. Inoltre, l’applicazione di biostimolanti a base di alghe in diverse fasi di crescita e con tempistiche variabili consente di ottenere le risposte biologiche ottimali dalla pianta, massimizzando i benefici sullo sviluppo e la resa agricola.

 

I biostimolanti a marchio ICL

Come leader a livello globale nel settore dei fertilizzanti, mettiamo a disposizione dell’agricoltore soluzioni specifiche ad elevato contenuto tecnologico nella gamma di biostimolanti BEOZ. Questi prodotti sono caratterizzati dalla Metabolite Technology, specifica selezione di metaboliti batterici che consente di potenziarne l’effetto grazie alla sinergia con aminoacidi vegetali, estratti d’alga, acidi umici e fulvici.

I metaboliti batterici vengono secreti dai microrganismi e si compongono di un complesso pool di sostanze bioattive (acidi organici, aminoacidi, polisaccaridi, enzimi, ecc).

Grazie ad un esclusivo processo produttivo, le componenti vengono separate sulla base del peso molecolare e ogni frazione viene studiata e caratterizzata, avvalendosi di moderne tecniche di trascrittomica, scienza che studia gli RNA messaggeri delle cellule.

Grazie all’unione delle frazioni di metaboliti batterici con altre componenti biologicamente attive, proponiamo:

  • Beoz Adamite: biostimolante ad impiego fogliare e radicale che unisce l’attività dei metaboliti batterici all’estratto di Ascophyllum nodosum e ad aminoacidi vegetali, tra cui glicina, acido glutammico, lisina e prolina. Potenzia i meccanismi di autodifesa verso gli stress abiotici, migliora l’allegagione, l’ingrossamento del frutto e l’accumulo degli zuccheri.
BEOZ Adamite

Imballo di BEOZ Adamite

  • Beoz Firestone: biostimolante ad uso radicale a base di aminoacidi vegetali e peptidi, acidi fulvici e specifici metaboliti batterici. Favorisce lo sviluppo del capillizio radicale, potenzia l’assorbimento e il flusso della linfa verso frutti e organi in accrescimento e funge da veicolante/complessante per nutrienti presenti nel suolo e apportati in fertirrigazione.
Imballo di BEOZ Firestone

Imballo di BEOZ Firestone

  • Beoz Actirise: biostimolante radicale a base di aminoacidi vegetali, acidi fulvici, metaboliti batterici e inoculo microbico a base di Pseudomonas palmensis, ceppo batterico in grado di migliorare l’assorbimento del ferro, solubilizzare il fosforo nel suolo ed emettere IAA, ormone naturale del gruppo delle auxine.
Imballo di BEOZ Actirise

Imballo di BEOZ Actirise