Come abbassare la salinità nel terreno: le soluzioni ICL

Scegliere i fertilizzanti giusti, insieme a piante tolleranti alla salinità, e ad una corretta gestione agronomica, è la strategia più efficace per combattere i problemi correlati ad un eccesso di sale nel terreno agricolo.

Maggio 8, 2024
4 min
Andrea Ghirotti
Agronomo & Business developer ICL Italia

Tra i diversi fattori di tipo abiotico che possono inficiare negativamente sulla produttività delle colture vi è la salinità.

Se in passato tale problematica riguardava prevalentemente aree litoranee e l’Italia meridionale, oggi gli stress salini nelle piante causano problematiche e perdite di produzione anche in areali lontani dalla fascia costiera.

 

Cos’è la salinizzazione del suolo?

Tutti i suoli contengono sali, la cui quantità varia in base a condizioni climatiche, morfologiche, pedologiche e idrologiche del territorio. Quando la concentrazione di sali solubili (come solfati, cloruri e bicarbonati di sodio, potassio, calcio e magnesio) diventa eccessiva e danneggia le colture, il terreno è considerato salino.

La salinizzazione limita la crescita delle piante, ostacolando la loro capacità di assorbire acqua, causando squilibri nutrizionali e fenomeni di tossicità. Solo alcune specie, come barbabietola, orzo, asparago e spinacio, tollerano alti livelli di salinità.

La salinizzazione è comune in ambienti con scarse precipitazioni, insufficienti a dilavare i sali dal suolo. Il fenomeno si intensifica in presenza di falde acquifere poco profonde, dove l’acqua, risalendo, trasporta i sali verso la superficie.

Anche in climi moderatamente umidi, i sali possono accumularsi nelle depressioni impermeabili, dove confluiscono acque provenienti da aree circostanti ricche di sali.

Esiste anche la salinizzazione secondaria, tipica dei terreni irrigati, causata da:

  • L’uso di acque di irrigazione inadatte, che concentrano i sali nel terreno attraverso l’evapotraspirazione.
  • L’innalzamento del livello delle falde acquifere, che può aggiungere sali al terreno per risalita capillare o impedire la lisciviazione dell’eccesso di sali.

 

Le cause di un eccesso di salinità nel terreno

I fattori che possono aumentare i livelli di salinità nel suolo sono:

  • incremento delle temperature (maggiore evapotraspirazione) e pluviometria irregolare;
  • abbassamento progressivo del livello delle falde;
  • stagioni estive siccitose e prolungate che provocano abbassamento del livello dei fiumi e dei bacini idrici, con risalita del cuneo salino dal mare;
  • impiego eccessivo di fertilizzanti chimici o di ammendanti di scarsa qualità (con elevata presenza di cloro e sodio);
  • coltivazioni in ambiente protetto, con assenza di dilavamento ed eventuale impiego ripetuto di fumiganti.

 

Gli effetti dello stress salino nelle piante

  1. Stress idrico: sali concentrati nel terreno impediscono alla pianta di assorbire acqua.
  2. Stress ossidativo: porta alla produzione di radicali attivi dell’ossigeno (Ros) che provocano danni a livello fisiologico (membrane fosfolipidiche, sistema fotosintetico ecc.).
  3. Eccesso di ioni: (es. sodio) provoca scompensi e squilibri tra gli altri nutrienti (calcio, potassio e magnesio in particolare), oltre a rappresentare un rischio di fitotossicità per la pianta.

 

Quali sono le conseguenze della salinizzazione del suolo?

Le colture mettono in atto diversi meccanismi di difesa, tra cui:

  • selettività in fase di assorbimento radicale;
  • compartimentazione degli ioni tossici all’interno dei vacuoli;
  • chiusura degli stomi per preservare l’acqua;
  • accumulo di potassio ed altri ioni per incrementare la concentrazione dei succhi cellulari ed aumentare il potere osmotico.

La tolleranza ad eccessi di salinità varia in base alla specie. Tuttavia, anche se la pianta riuscisse ad attivare dei meccanismi di risposta, la produttività verrebbe comunque compromessa.

 

Stress salino nelle piante: come mitigare i danni

Per ottenere buone performance produttive, è fondamentale conoscere le caratteristiche di acqua e terreno su cui si opera, mediante un periodico monitoraggio con rilievi in campo e/o analisi di laboratorio.

Una volta caratterizzati il suolo e l’acqua, è possibile attuare 3 strategie:

1. scelta di specie tolleranti (ad esempio orzo, barbabietola, soia, asparago, spinacio ecc.);

2. gestione agronomica dedicata. Prestare particolare attenzione a:

  • mantenimento dell’umidità nella zona dell’apparato radicale per evitare un aumento della concentrazione di sali;
  • irrigazioni leggermente abbondanti per provocare una leggera percolazione ed evitare l’accumulo di sali;
  • prelievo di acqua alla minor profondità possibile;
  • gestione proporzionale della fertirrigazione per evitare picchi di conducibilità;
  • ombreggiamento per ridurre l’evapotraspirazione.

3. Scelta di fertilizzanti specifici. In contesti di elevata salinità è bene considerare due aspetti:

  • il fertilizzante deve avere attività diretta sulla pianta, migliorandone lo sviluppo radicale ed agendo sui processi fisiologici e metabolici per un veloce superamento dello stress;
  • il formulato deve contenere elementi nutritivi (anioni e cationi) in grado di correggere la presenza di elementi depauperanti nel suolo (cloro e sodio), caratterizzarsi per un basso indice salino e, in fertirrigazione, deve avere reazione prevalentemente acida al fine di liberare calcio e magnesio presenti nell’acqua sotto forma di bicarbonati.

 

3 soluzioni per gestire la salinità del suolo

Lo stress salino sulle colture può essere mitigato, ma serve un approccio olistico che prenda in considerazione sia gli aspetti agronomici che la scelta dei fertilizzanti ed il loro metodo applicativo.

ICL mette in campo il proprio know how proponendo 3 diverse soluzioni per una migliore gestione della salinità in serra ed in pieno campo:

  1. Polysulphate® (concimazione di fondo): permette un’eccellente gestione della salinità dato che contiene tutti gli elementi antagonisti del sodio. In particolare, una volta distribuito, grazie alla sua progressiva solubilizzazione, innesca il processo che porta allo scambio del sodio col calcio. Inoltre, il potassio ed il magnesio contenuti in hanno un’azione di antagonismo nei confronti del sodio residuo.
  2. Agrolution® (concimi idrosolubili per la fertirrigazione): la fertirrigazione proporzionale consente di evitare picchi di conducibilità e di gestire in maniera dinamica l’apporto di nutrienti. Agrolution® è una gamma di prodotti che si caratterizza per pH di reazione fortemente acido e formulati con simultanea presenza di NPK, calcio, magnesio e microelementi che contrastano il sodio.
  3. NutriLiquid Perfect Fit Pro-Bio (concimi liquidi biologici): formulato liquido ammesso in biologico a base di estratti vegetali e microelementi. Grazie all’elevata quantità di carbonio organico solubile in acqua (22%), l’impiego di Nutri® Liquid Perfect Fit Pro-Bio fornisce nutrimento ai microrganismi benefici del suolo e tampona l’effetto negativo provocato dall’accumulo di sali, stimolando al contempo lo sviluppo dell’apparato radicale.

 

Guarda questo video e scopri le soluzioni ICL: